lunedì 4 maggio 2015

[la linea Maginot]


ci sono metà~morfosi che incespicano, esitano ad abbandonare la crisalide [compiersi]. di quando in quando, si affacciano [sbirciano] spiccano il volo... poi tornano nel bozzolo, ma per un po' sono state farfalle.


foto di albafucens


"Sogno della farfalla"

Una volta, Zhuàng Zhōu sognò di essere una farfalla. Era una farfalla che volteggiava, liberamente appagata della propria condizione. Non sapeva di essere Zhōu. All’improvviso si svegliò e si accorse di essere Zhōu, con la sua forma. Non poteva dire se Zhōu avesse sognato di essere una farfalla, o se una farfalla stesse sognando di essere Zhōu. Tra Zhōu e la farfalla c'è una distinzione. Questo è ciò che si dice la trasformazione degli esseri.

~ Chuang-tzu, IV sec. a.C ~

4 commenti:

  1. Essere farfalla... c'era una storiella che girava tempo fa in internet, credo agli albori delle mail prima ancora che arrivasse facebook, poi forse è stata ripresa, in cui si raccontava della fatica del bruco per diventare farfalla e qualsiasi aiuto esterno avrebbe reso meno forte la farfalla... ma, dal tuo prima scritto, sorge una domanda: ha senso tornare crisalide dopo che si è stati farfalla?

    un sorriso
    Marinz

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    1. Marinz :)
      sono per lo più semplici considerazioni che nascono così... tra il lusco e il brusc, riflettendo su come a volte per proteggerci erigiamo delle linee difensive intorno a noi, tessiamo un bozzolo

      ... rispondendo al tuo quesito "sì" credo che di senso... "no", non ne abbia, diciamo che a volte più semplicemente abbiamo bisogno di tornare... sentirci nuovamente a casa, di rifocillarci... ritemprarci, prima di intraprendere un nuovo volo :)

      comunque, infine...:)

      "Un congedo opportuno lascia dietro una porta sempre aperta." (Erri De Luca)

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  2. Risposte
    1. ... :)
      Le farfalle
      ballano
      velocemente
      ​​un ballo
      rosso
      arancione
      verde
      azzurro
      bianco
      granata
      giallo
      bianco
      violetto
      nell’aria
      nei fiori
      nel nulla,
      sempre volanti,
      consecutive e remote.

      (Pablo Neruda)

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