lunedì 23 dicembre 2013

[Saetacium]


[Auspici...]

Un gesto impalpabile
e affido al telaio le tensioni, i pensieri,
affinché, dondolati, ninnatine escano purificati,
scevri da scorie, è tempo di "lievità"


foto di albafucens


Alla fine ho accettato un’ortensia azzurra.
Ho sempre avuto un debole per le ortensie: sono uno
dei pochi fiori che rimangono belli anche quando non sono più freschi. 

Anche quando perdono un po’ di colore, restano intatti.
Le ortensie sono fiori scompigliati, ma con una resistenza ammirevole."

~ Hilary Belle Walker ~

lunedì 16 dicembre 2013

[il Trilemma di Münchhausen]


Nella vita, ci sono quelli che attendono [respirano sottovoce] quasi a voler inibire il tempo, affinché i suoi battiti, palpiti, non s~fuggano, e l'esile, effimero, spazio dell'aspettativa, non rimanga disabitato, e ci sono poi, coloro che sono invece attesi, "forse" i più spensierati, prediletti dalla sorte, volendo, ci sarebbe altresì una terza categoria, quelli che attendono anche quando sono attesi...

"forse" garbo, premura, sensibilità, sono utopie per i più, "forse" non sempre feconde [remunerative emotivamente] - a volte, significa portarsi dietro un bagaglio di dispiaceri, rincrescimento, fonte di disillusioni - sicuramente, però, la delicatezza, la disponibilità, l'ascolto, custodiscono il potenziale {l'armonia, l'incanto} per migliorare ed impreziosire la vita, non solo quella degli altri, altresì, indirettamente, anche la nostra.

Perché la vita, non lo sai mai quali strade può farti percorrere, e se si pensa poi, che la maggior parte delle cose, accade quasi sempre nella più assoluta casualità, è un pensiero, un disegno, straordinario, questo... per ri_conoscersi, in fondo, è bastévole af{fidarsi}, bisogna voler sentire [annusarsi anche, un po', indovinarsi] soprattutto, scegliere di esser(e)ci, non facile, vero...? sicuramente, però, genuino, onesto...

“E se vale la pena rischiare,
io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore.”

~ Che Guevara ~


photo by ~ Mila Kucher ~


"Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, 
cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, 
non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni 
senza nemmeno riconoscerci."

"L'eleganza del Riccio" ~ Muriel Barbery ~



*chiamato anche trilemma di Agrippa, è un termine coniato dal folosofo Hans Albert per definire l'impossibilità di provare alcuna verità assolutamente certa. È definito trilemma perché pone tre possibilità, di cui nessuna riesce a soddisfare l'assoluta certezza necessaria a fondare una conoscenza, ed il suo nome proviene ironicamente dal Barone di Münchhausen, che si dice sia riuscito a tirarsi fuori da una pozza di fango tirandosi per i capelli.

il titolo, filosoficamente parlando, forse non si presta molto per il tema post, ma vuole essere per l'appunto, buontempone... :) così come lo è il tempo, ora magnanimo, altre un po' truffaldino, altresì beffeggiatore [burlone].

sabato 14 dicembre 2013

[Ambra]


Apro la mente
e gocce di memoria
stillano lente

inglobano ricordi, frammenti di vita vissuta e non, sono perle~gemme, che il fluire del tempo ha stratificato, sfumandone [forgiandone] le asperità, ed i souvenir di ieri, sono nuovamente oggi

{preziosi} monili da sfoggiare


"Gocce di Memoria" ~ foto di albafucens


La mia infanzia è piena di canneti.
Ho speso molto vento per diventare adulto.

Ma solo così ho imparato
a distinguere i fruscii più impercettibili,
a parlare con precisione nei misteri.


~ Odysseas Elytis ~


"Gocce di Resina"

I ricordi sono gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita. Gocce di resina sono piccoli episodi, aneddoti minimi, spintoni che hanno contribuito a tenermi sul sentiero. Proprio perchè indelebili sono rimasti attaccati al tronco. Come fili di resina emanano profumi, sapori, nostalgie. Tutto quello che ci è accaduto, o che abbiamo udito raccontare ha lasciato un segno dentro di noi, un insegnamento, o, quantomeno, ci ha fatto riflettere. La vita, nel bene e nel male, è maestra per tutti. La resina è il prodotto di un dolore, una lacrima che cola dall’albero ferito. Gocce dorate, gialle come miele, che non scappano via, non fuggono come l’acqua, non abbandonano l’albero. Rimangono incollate al tronco, per tenergli compagnia, per aiutarlo a resistere, a crescere ancora.

~ Mauro Corona ~

giovedì 12 dicembre 2013

[Mignolina]


Nella vita, ciò che siamo, di noi arriva, per{dura}, è il racconto che di giorno in giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, andiamo ad illustrare, sono le briciole che seminiamo, a prescindere da quello che può essere il raccolto. Un attimo donato, dedicato, nella pieghe~pori della pelle, nel cuore, nei ricordi, può durare un'eternità.

[Cambiamenti Costanti, praticamente un ossimoro, ma è dalla tesi ed antitesi, che nasce la sintesi]

Un delicato seme, anche se piantato in un campo sterminato, contribuisce sempre, nel suo piccolo, a cambiare la geografia, rinvigorire i sottili, delicati equilibri che modulano la vita. La generosità, premura, prosperità, non dimorano, attecchiscono nel raccolto, bensì, nella semina...

"Puoi costruire qualcosa di bello
anche con le pietre che trovi sul tuo cammino."

~ Johann Wolfgang Von Goethe ~


~ Ettore Frani ~

"Erba"

Nessuna paura
che mi calpestino.
Calpestata, l'erba
diventa un sentiero.

~ Blaga Dimitrova ~

venerdì 6 dicembre 2013

[Arche~tipi]


Abbiamo principiato a tra{vestirci} frapporre un filtro, fra noi, i nostri istinti più genuini, nella vita, laddove abbiamo offuscato, dissimulato [difeso] per la prima volta le nostre membra, nudità interiori, mimetizzandole con una seconda pelle, "giacché" le celasse {[(camufasse)]} soffocando, reprimendo così, "forse", la foggia più intriseca, primordiale, viscerale, del nostro essere [divenire] e la nostra anima, emozioni, pre~sentimenti, respiro [soffio vitale] Arché...

sono rimasti un "poco" {imprigionati}

[sotto formaldeide]


photo by ~ Willy Ronis ~

 "Credo anche, che i nostri corpi siano in verità nudi.
Siamo solo leggermente ricoperti da una stoffa abbottonata,
sotto il selciato, ci sono gusci di conchiglie, ossa e silenzio."


~ Virginia Woolf ~

giovedì 14 novembre 2013

[Qui e Ora]


Esistiamo, nella pienezza, unicità, delle nostre vite, virtuosismi e peripezie. Esistiamo, in questo preciso istante [batter di ciglia] quello, in cui scrivo queste parole, per esempio, che proprio ora, sì, adesso, è già passato...

Il futuro, è una [proiezione] dimensione impalpabile, astratta, aleatoria. Il passato, tangibilmente, non esiste più, se non cesellato, forgiato nella nostra memoria~orditi~ossa [canovacci] eppure, estende le sue ombre fino a noi, è un souvenir pregiato, raro [atavico] da cutodire... per poter così trarre ispirazione, nuovi slanci, flessuosi, suggerimenti, da ciò che è stato. Il presente, dunque, infine, è l'unica dimensione [familiarità, complicità] concretamente da vivere.

"Pochi possono dirsi: "Sono qui".
La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro."

~ Georges Braque ~


photo by ~ Robert Gojević ~


Oggi rammendo
l’affetto verso il mondo
il nido
il maglione bucato.

il manto dell’edera
le parole rosso sangue
il futuro il presente il passato.

voglio provare a fare la pace
voglio provare a intenerire il creato.


~ Francesca Genti ~

venerdì 1 novembre 2013

[a pugni chiusi]


E c’è poi, questa schermaglia, sì, quella del com'è che si chiama...? pollice opponibile, che ac{consente} di poter accogliere, trattenere [custodire] altresì, rende così difficoltoso, intimorente, disorientante, dischiuderle le mani, abdicare, lasciar andare, che semplicemente sia...


photo by ~ Sergio Calatroni ~

Ogni mattina
Cancelliamo i sogni
Con cautela costruiamo i discorsi
Le nostre vesti sono un nido di ferro

 
Ogni mattina
Salutiamo gli amici di ieri
Le notti si dilatano come fisarmoniche
Suoni, rimpianti, baci perduti.


(Insignificanti
Enumerazioni
Nulla, solo parole per gli altri
Ma dove finisce la solitudine?)


~ Manolis Anaghnostakis ~



{Festina lente}

... ed imparo così, a non avere più paura del futuro, né dei cambiamenti, a custodire ogni singolo, prezioso, infinitesimo, attimo, senza farlo diventare un ostacolo, imparo ad apprezzare il valore dell'oggi, rilascio allora il pugno, scarcero le tensioni, e sgranchisco le dita, perché r[espirino].

mercoledì 23 ottobre 2013

[fermata d'autobus]


"Ci sono occhi, che quando li guardi, chiedono solo di essere ascoltati."

I rispettivi sguardi, per una piccola frazione di tempo, erano incespicati l'uno nell'altro, poi, il groviglio di occhi saliti alla fermata successiva, li avevano districati, di{visi}. Erano occhi azzurro cielo [con appena un po' di tempesta dentro, però] e dato che nulla accade mai per caso, si incrociarono nuovamente scendendo alla stessa fermata.

Fulvia li aveva già letti sull'autobus quegli occhi [e sapeva... aveva intuito], è per questo, che avendo l'animo un po' stropicciato pure Lei, mentre sentiva quegli occhi azzurro cielo scivolarle addosso e cingerla [delicatamente, però] - chiedevano permesso - fingeva di continuare a leggere, distrattamente, il libro che teneva tra le mani. Ma non si può sfuggire più di tanto alla propria sorte, fato, dono, definirlo non saprei, e quello di Fulvia è di ascoltare, raccogliere e custodire storie, spesso erranti, sconosciute, e anche se a volte la immalinconiscono un po', perchè si immedesima, le fa un po' sue, ha deciso {sa} che è un dono, meraviglioso, e che le piace, fruirne, custodirlo, perchè parafrasando...

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai [ascoltare]
[ascoltare] ti tocca
per tutta la vita
ma a te piace [ascoltare, sentir raccontare]

... perché ogni storia, è unica, preziosa, speciale, ha sempre qualcosa da regalarLe.

Così, decise di alzare lo sguardo, e sorridendo, lo puntò diritto in quegli occhi azzurro cielo - contornati da una parrucca castana fermata di lato da un'elegante molletta - che riconoscenti sorrisero, quasi contemporaneamente, la bocca - non senza prima aver sorriso anch'essa - si dischiuse per dire: sa vengo ora dall'ospedale [...] Ma in quella voce che narrava della malattia, la stanchezza, le peripezie, il desiderio di essere presto a casa, non c'era tristezza, nè ricerca di compassione, era una voce dolce, armoniosa, carezzevole, chiedeva solo di poter raccontare, null'altro...

Nel frattempo, l'autobus di Fulvia stava arrivando, nell'avvicinarsi alla banchina per salire, salutò allora quegli occhi azzurro cielo, sfiorandole appena il braccio e augurandole ogni bene. Erano occhi azzurro cielo [con appena un po' di tempesta dentro, però] ma un meraviglioso, sereno, arcipelago tutt'intorno.

"Ci sono occhi, che quando li guardi, chiedono solo di essere ascoltati."

... sembrano altresì sapere, ti ascoltano, stirano via 
le plissettature dall'anima un po' stropicciata, insegnano...



photo by ~ Rodolfo Canzano ~


"Perché ci sono nell'occhio, occhi che l'occhio ignora, 
abbiamo bisogno di questa poesia dello sguardo. Come della luce 
che passa al di sotto di una porta apparentemente chiusa"

~ Roberto Matta ~

giovedì 17 ottobre 2013

[in punta di dita]


La matita s{correndo} sul foglio
adorna il verso nudo, primitivo,
e il foglio, mansueto, si lascia agghindare

le dita, incedono sbadate, stordite, per lo più scarabocchiano, tracciano ghirigori sulla carta. Le parole, ferme, tra la seconda e la prima falange, conferiscono, confabulano, tergiversano... poi, si fanno criptiche, rimangono lì, reticenti, è lo spazio bianco, che timido, cortese, custodisce altresì le parole.


photo ~ Emil Otto Hoppé ~


La mano è felice oggi.
Un fare niente la riempie
di pace vegetale. Sono come
in attesa. Sono un animale
che ozia, che riposa nella sua buccia
un frutto appeso al ramo

nella maturazione.

Sono un pugno di ghiaia
del vialetto. Una sterpaglia secca
in una attesa indifferente d’acque.

E così pacificata e illesa
ancora incolume alla vita
deposta ogni pretesa, senza dolore oggi
porto il mio colore rosa
come bandiera
niente altro che uno stare quieti
in attesa. Niente altro che questo
qui e ora.

 
~ Mariangela Gualtieri ~



"Ma puó anche capitare che uno scriva delle cose, appunto, pasticciate e inutili (e questo accade sovente) e non se ne accorga, o non se ne voglia accorgere, il che è ben possibile, perchè la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi scrivere sopra qualunque enormitá, e non protesta mai."

~ Primo Levi ~

venerdì 4 ottobre 2013

[nocciolo]


​Ciò che meglio ci definisce
è forse, il nostro lato sognatore, emotivo
quello che veleggia per pensieri, emozioni, sensazioni
visceralmente legate al nostro lato più "fanciullesco" e puro.


"[... ] e i giochi nella strada
che ho chiusi dentro al petto, 
mi voglio ricordare."
~ Ivan Graziani ~
 
... campana, il tiro alla fune, ruba bandiera, un due tre stella, i quattro cantoni, la cavallina, girogirotondo, le belle statuine, dire fare baciare lettera testamento, guardie e ladri, moscacieca, palla avvelenata, palla prigioniera, l'elastico, lo schiaffo del soldato, lo scaricabarile, la corsa con i sacchi...


 photo by ~ Ralph Morse ~

 

photo by ~ Vitaliano Bassetti  e  Nigel Henderson ~

domenica 29 settembre 2013

[Dis~attese]


La mancanza, è più uno stato d'animo, un dialogo intimo con noi stessi, si può essere comunque, Due, può farsi presenza. L'assenza, no, l'assenza è una sottrazione [ruberia], un inciampo del tempo, una frode [una pagina di vita scritta con l'inchiostro simpatico] è una crepa sul muro di una casa incustodita [indifesa], è guardarsi il palmo della mano, e trovarlo vacuo, muto, è Uno.


foto di albafucens


"Eppure resta che qualcosa è accaduto,
forse un niente che è tutto."

~ Eugenio Montale ~

venerdì 27 settembre 2013

[via Casilina 181]


Ci sono case, che sono come una seconda pelle, uscendo, soc{chiudi} appena la porta, e loro, continuano ad abitarti, viverti. Sono come la pasta madre, continuano a r[Esistere], rimanere in vita, di tanto in tanto, prelevi una piccola porzione, e seguiti così ad arredarle, ri~spolverarle, rovistarle, custodirle [hai il Passepartout]. A volte, poi, inaspettatamente, affettuosamente, tornano a farti visita in sogno. Le altre, quelle che seguono, più semplicemente, le attraversi e basta

... che le case, poi,
stanno sempre lì, ad aspettarti.


"Guardianas Little House" ~ Patricia Krebs ~


"Ogni casa ha una sua musica,
sta nelle pareti che trattengono le parole,
il tono delle voci, le grida, il silenzio, i fiati"

~ Marco Lodoli ~


alcune, però, le ami un po' di più,
sembrano appaiarsi... possedere il tuo DNA.

sabato 21 settembre 2013

[aderenze]


Ci sono persone, che sono consonanze, entrano nella tua vita [in punta di piedi] sembrano completarti, adornare gli interstizi, sono frammenti dis~persi [tarsie raminghe] che rimpatriano da chissà dove per ricomporsi, quando le rintracci, le percepisci all'istante, è come se avessero fatto sempre parte della tua vita [senza che tu lo sapessi] come se fossero sempre state lì, semplicemente in attesa che tu le ri[trovassi]. A volte, sono l'anello di giunzione che ci occorreva per raccontare, riassumere, armonizzare, meglio capire, ciò che siamo stati, siamo, saremo [diveniamo] danno un’impronta speciale alla nostra vita, la impreziosiscono, ci consentono di guardare a ciò che ci circonda, con occhi nuovi, diversi, ampliano i nostri orizzonti.




"Ci sono persone, che ti fanno sentire al posto giusto.
È come se avessero scavato nell’aria una nicchia perfetta per contenerti, 
dove nulla ti sfiora e recuperi il senso di esserci tutta."

~ Gianna Manzini ~

giovedì 12 settembre 2013

[moviola]


Memorie

arazzi orditi dal telaio del tempo
di vita vissuta, e non, pregiati filati, che di tanto in tanto
pettiniamo, intrecciamo, riannodiamo un po' con il Presente
affinché non sfumino nell'oblio, il più delle volte, affiorano accidentalmente

a volte, non so, pare
siano i ricordi, a voler ricordare noi.




Amo ciò che di tenace 
ancora sopravvive nei miei occhi,
nelle mie camere abbandonate dove abita la luna,
e ragni di mia proprietà, e distruzioni che mi sono care,
adoro il mio essere perduto, la mia sostanza imperfetta.
 

~ Pablo Neruda ~

giovedì 8 agosto 2013

[Rumore Silente]


La mancanza, è come la sindrome dell'arto fantasma,
prude, duole, là, dove l'assenza, lo spazio disabitato, non dimentica...

R[esiste].




"Io SoNo Di LeGNo"

Il legno sembra fermo, ma è sottoposto
a pressioni interne che lentamente lo spaccano.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.


~ Giulia Carcasi ~

martedì 9 luglio 2013

[Canovacci]


a piedi nudi
passeggio dentro un’emozione
sfoglio sagome, setaccio sfumature
con ago, filo e mussolina, tesso, rammendo, arredo.
Infine... osservo, disubbidiente, affiora sulle labbra un sorriso, ma
quant’è bislacca, sbilenca, titubante, quest’anima mia, un’anima patchwork.
 

photo by ~ Mercè Rodríguez ~


Amo i gesti imprecisi,
uno che inciampa, l’altro
che fa urtare il bicchiere,
quello che non ricorda,
chi è distratto, la sentinella
che non sa arrestare il battito
breve delle palpebre,
mi stanno a cuore
perché vedo in loro il tremore,
il tintinnio familiare
del meccanismo rotto.

L’oggetto intatto tace, non ha voce
ma solo movimento. Qui invece
ha ceduto il congegno,
il gioco delle parti,
un pezzo si separa,
si annuncia.


Dentro qualcosa b
alla.


~ Valerio Magrelli ~

venerdì 28 giugno 2013

[Just Feel]


E’ un giorno
in cui parlo alla vita
e Lei, mi intrattiene, racconta di sé,
di come ogni giorno sia così importante, differente
da un numero, che si ripete viceversa, esattamente uguale, nel tempo.


~ Jürgen Görg ~


Viene il vento.
Non ha in sé domande.
Non l’hanno invitato a venire.

Accarezza come sa,
come ha sempre fatto, come fosse
ancora possibile, anche qua.


~ Natan Zach ~

lunedì 17 giugno 2013

[Terre d'Ombra]


Nelle discrepanze, incoerenze dell'[essere], coabitano scampoli di noi, che a volte stridono, quasi urticantra di loro, la matrice, però, è la stessa. Sono infine, dunque, scorci di uno stesso panorama, realtà, verità, che rammendanlembi, donano alle nostre fattezze [rivelarsi] quei chiaroscuri del dipinto che meglio definiscono i contorni, danno risalto ai lineamenti, significa, semplicemente, sostanzialmente,

per quanto fragili, vulnerabili, imperfetti,
apparire per quello che si è, umani.



La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercè di chi ci sta di fronte. Non ci esponiamo mai, perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

~ Alda Merini ~

venerdì 24 maggio 2013

[Screpolature]


C’è, nella stagionatura della bellezza, nelle storie scarmigliate, accoccolate nelle increspature dell'epidermide, tutta l’autenticità, nitidezza dell’essere. La vita, non ha età, rughe, agli occhi di chi sa ammirarle, sfogliarle. C'è, armonia, dignità, nel divenire, nelle plissettature della vita, sono la nostra memoria storica, narrano di noi. Il tempo, s~correndo, intarsia, solca, sfuma, graffia anche, un po', altresì, arricchisce, laddove "segna", rendendoci più sensibili, attenti ai dettagli, alle sfumature.

e poi, sì, insomma...

“Bisogna assomigliare alle parole che si dicono.
Forse non parola per parola, ma insomma, ci siamo capiti.”

~ Stefano Benni ~


~ Jin Kim ~

Scritto sul corpo c’è un codice segreto,
visibile solo in certe condizioni di luce; quello
che si è accumulato nel corso della vita si ritrova lì.
In certe parti, il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere
si possono sentire al tatto, come fosse stato scritto in braille.

~ Jeanette Winterson ~

martedì 7 maggio 2013

[Linfa]


scorre
mite la vita
i nudi, magri, rami, vezzosi
si ammantano, fregiano di mille colori
viceversa, i giorni infagottati dell’inverno, timidamente
si svestono, svelando diafani paesaggi, lembi d'alabastro.



~ Emile Vernon ~