domenica 7 dicembre 2014

[Se un giorno d'inverno una viaggiatrice]


Il Pigneto, è il quartiere dove ho vissuto fino a 12 anni, quello...

♫ ♪♫ ♪ "dei giochi nella strada che ho chiusi dentro al petto, mi voglio ricordare"

[fanciullezza]

di quando in quando torno a fargli visita, e sei vai al Pigneto, non puoi non sostare da Necci - il bar di Pier Paolo Pasolini - che ancora conserva nonostante l'avanguardia... il fascino di un tempo. E così, entrata, mi sono seduta ad assaporarne l'atmosfera in compagnia di un cappuccino spolverizzato con il cacao e un biscotto cookie, mentre fuori, i banchetti che esponevano oggetti vintage, o realizzati con materiali di recupero, narravano anch'essi di tempi rétro~spettivi.

Uscita, proprio sotto l'occhio [murales] di Pasolini ho incontrato la Sora Rosina, che sedeva lì con il suo banchetto di noccioline e Sassi d'Abruzzo, mentre passavo mi ha fermata per chiedermi se ero una delle persone che ha occupato una palazzina poco distante, quando le ho risposto che no... un tempo abitavo al Pigneto, Lei, nata e vissuta sempre lì mi ha raccontato un po' di sè, e ci siamo messe così a snocciolare ricordi... di quando c'era il negozio di alimentari "Conti" e [...] infine, nel salutarci ci siamo strette le mani e scambiate gli auguri.

A questo punto mi è venuta una voglia... e sono quindi arrivata a Via Casilina 181 dove abitavo, e naso all'insù ho "immaginato" di salire al secondo piano, bussare alla porta, chiedere permesso ed entrare - ci sono case, che sono come una seconda pelle, uscendo, soc{chiudi} appena la porta - tutto infatti era esattamente come l'ho lasciato 37 anni fa... nello sgabuzzino, c'era ancora il barattolo di vetro contenente la carta argentata delle sigarette che [non fumando] sfilavo dai pacchetti di chiunque per farci dei fiori, nella camera che dividevo con mia sorella, dietro la porta, a far bella mostra della nostra bravata, la pennellata mi sembra di ricordare verde intenso con la quale l'avevamo decorata, approfittando del fatto che papà aveva lasciato incustodito il barattolo di vernice, e tanto, tanto altro... l'elenco sarebbe troppo lungo.

Prima di uscire... mi sono seduta accanto alla stufetta a cherosene che era sul corridoio, ed è con quel tepore, sensazione di calore/colore [armonia] che ho poi fatto ritorno a casa, con l'inverno alle porte, ma la primavera nel cuore.


~ Hannah Hann ~ "Bird with Foliage"


Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro mura. D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.

~ Italo Calvino ~ "Le Città invisibili" 

10 commenti:

  1. Ci sono case, luoghi, che ci rimarranno dentro, a prescindere dal tempo che ci abbiamo passato. Per me è così la mia casa milanese, ancora adesso, quando torno a Milano, ogni tanto passo per via Biancardi e mi fermo davanti al numero 6 ed anche io immagino di salire al quinto piano, uscire dall'ascensore, girare a destra e fermarmi davanti all'ultima porta sulla destra, suonare e chiedere il permesso di guardare le finestre sulla parete di fronte alla porta.
    Un abbraccio forte da un Calviniano convinto.

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    1. :)** . sì... è così, ci sono case, persone, luoghi che più di altri ci toccano, sentiamo nostri, una delle frasi di Italo Calvino che amo particolarmente è:

      Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre mai s’era potuta riconoscere così.

      ... la stessa cosa avviene altresì con le case, i luoghi, alcuni, sembrano ri_conoscerci, completarci

      un abbraccio amico Calviniano ;)*

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  2. I luoghi vissuti, soprattutto nell'infanzia, ci sono addosso come una seconda pelle. A volte però le case vengono buttate giù e ne costruiscono di nuovo, magari rispecchiando la forma antica, ma non è la stessa cosa... ed allora le cerchi nella memoria e poi nelle foto...

    un sorriso, Marinz

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    1. La nostra vera casa siamo noi... è in noi, ma ci sono luoghi vissuti o che viviamo, che sì... ci stanno addosso come una seconda pelle... una veste [abito] ^ _ ^

      ma se ricostruite, concordo, non è la stessa cosa...

      "Ogni casa ha una sua musica, sta nelle pareti che trattengono le parole, il tono delle voci, le grida, il silenzio, i fiati" (Marco Lodoli)

      un sorriso anche a te :)

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  3. Ho provato a farlo anch'io molto tempo fa, tornato a Milano per altri motivi. Trovare via Aloisetti e il numero 21 è stato facile, solo che io alla porta ho suonato davvero e con una faccia di bronzo incredibile mi sono presentato e ho chiesto di guardare.Sarebbe stato meglio non farlo, era cambiato tutto: quello che ero io là dantro viveva solo nel mio ricordo. Così deve restare.

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    1. :) io non credo troverò mai il coraggio di farlo davvero suonare... ed entrare, o forse più semplicemente, magari non lo farò mai, per conservarne nitido, immutato, il ricordo di come era... perché, sì, credo sia giusto così... così deve restare :)

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  4. io non ho viaggi nel tempo/spazio da fare, abito nello stesso posto da quattro generazioni, però perfino lo stesso rione necessita, talora di viaggi nella memoria per quanto cambiato in quarant'anni

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    1. [radici] ... :)

      mi piace molto il fatto, l'idea, che da quattro generazioni, di famiglia in famiglia, ci si tramandi la stessa casa... rione, e che lo si possa ripercorrere attravero la memoria, osservandone la metamorfosi...

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  5. Ci sono delle case che ti rimangono dentro, nel cuore, dove racchiudi tanti bei ricordi, tanta parte di te.
    Anche io, ogni volta che passo dalla parti della casa della mia infanzia ( il che è davvero rarissimo perchè è molto, molto lontano da dove vivo ora ... ) ritorno davanti a quel portone, e sbirci alla finestra del primo piano....ma è tutto così diverso.....intorno non più prati ma palazzi.....
    Saluti.

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    1. sì ci sono luogi, panorami, case che ami/senti più di altre... intorno tutto cambia, ma nei nostri ricordi rimangono così come le abbiamo vissute.

      un caro saluto :)

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