sabato 9 maggio 2009

il Pigneto


Ho passato i miei primi anni e quelli dell'adolescenza al Pigneto, quando ancora non era il quartiere d'élite di oggi. Fummo visitati dai ladri cinque volte. Ricordo ancora lo spavento nel vedere i cassetti ribaltati, gli armadi spalancati... lo sconforto delle borsette, la mia e quella di mia sorella appese alla maniglia della porta del salotto, aperte... derubate delle 50 lire, quello che bastava per i nostri piccoli desideri.

C'erano solo tre famiglie nel mio palazzo, due al primo e la nostra al secondo, nei miei giochi di bambina potevo immaginarmi come in un castello tutto mio. Tra miei spazi preferiti c'era la terrazza, come quella del palazzo dei ferrovieri a Casalbertone, dove vive "Mamma Roma". D'estate piena di fiori e inondata di sole, sul parapetto, i piccoli ragnetti rossi, quelli che quando ti affacciavi, immancabilmente schiacciavi, lasciando un piccolo puntino rosso sulla pietra.

C'era la tintoria di Via (non ricordo), che a pensarci oggi mi viene da grattarmi ovunque, mentre mia madre consegnava i vestiti, io mi mettevo a sedere sprofondata nelle ceste dei panni sporchi. E poi, "Conti" il negozio di alimentari, adoravo "Conti", andare a fare la spesa lì... da sola, era la mia conquista più grande. Ero affascinata dagli scaffali multicolori, l'odore del pane che veniva dal forno. Complice il garzone che ci lavorava, a volte potevo passare dietro il bancone dove venivo promossa "commessa".

Ed ero felice di quella felicità che...

Ma il ricordo più bello che ho...
percorrevo la salita di Via Casilina, che a quei tempi era a doppio senso, sulla vespa, tutti e quattro insieme: mia sorella in piedi tra papà e il manubrio, io dietro, tra mio padre e mia madre.

Dopo la vespa, arrivò Carolina un'850 grigia
poi... mio fratello, e ci fu così una simca 1300 verde. Con mio fratello, insieme a Carolina se ne andarono anche il mangiadischi, barbie, Ken, praticamente tutti i miei giochi e quelli di mia sorella. Cicciobello, morì trafitto da una matita e impiccato ad una maniglia della finestra

... e la chiesa di Sant'Elena, il cinema l'Aquila, il Bar Necci di Pierpaolo Pasolini, Villa fiorelli dove mi spaccai la testa, ma questa è un'altra storia.

Torno spesso con la mente a quegli anni.

Il mio vecchio quartiere, il Pigneto, viene spesso a trovarmi anche nei sogni, ma non come quando l'ho vissuto, è in un tempo ancora più remoto. Mi vedo camminare lungo i binari della ferrovia, intorno a me l'aperta campagna, solo qualche palazzo... chissà?

Sono tornata spesso a visitare il Pigneto, tutto è cambiato, "Conti" non c'è più... tanti altri negozi, empori che ricordavo, chiusi per lasciare posto a banali vetrine, agenzie. Un Bar, è rimasto così come lo ricordavo... col vecchio bancone di legno, entrando, sembra quasi di esplorare un mondo antico, un mondo che non c'è più... un mondo che sa di buono.

6 commenti:

  1. il pigneto è un quartiere che ho consciuto da poco.. mi piace questa descrizione che sa soprattutto di profumi di strada, di cose semplici e di leggerezza del vivere. un ritratto in bianco e nero, comunque pieno di colore.

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  2. cicciobbello trafitto e impiccato ad una maniglia è un'immagine meravigliosa dell'affrancarsi dai giochi-merce, un po' come Abatantuono che spara alla Carrà dentro la televisione su "puerto escondido" .. magari a voi, bambine avrà fatto tutt'altro effetto, ne convengo.

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  3. amoilmare

    ho abitato al Pigneto fino a 13 anni e i restanti 30 in due quartieri vicini, però per me il Pigneto, è, e rimane il mio quartiere, non so perchè.. so solo che è così..

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  4. Utente anonimo (stillpoint)

    che fai giochi a nascondino? ^ _ ^

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  5. mi hai fatto venire i brividi, brividi e lacrime agli occhi, il quartiere di bambina che non c'è più, perche non c'è più la bambina che sono stata e che vorrei essere ancora. Un'incosciente felicità, leggera, si prova da bambini, anche nelle difficoltà, ed è quella che io rimpiango.

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  6. ~ sim.64
    e a me han fatto veniri i brividi le tue di parole
    "il quartiere di bambina che non c'è più, perche non c'è più la bambina che sono stata e che vorrei essere ancora".. è un bellissimo pensiero quello che hai espresso.

    Sai spesso rimpiango anch'io l'essere "bambina",i bambini hanno una percezione della realtà e delle cose così semplice e genuina.. noi adulti invece crescendo, tendiamo a complicare tutto..
    Addirittura.. smettiamo anche di respirare correttamente.. 

    Al momento della nascita i bambini sanno gia’ come respirare cosa che non si puo’ dire degli adulti, e utilizzano il diaframma per farlo.. con l’eta’ poi, in noi cresce la tensione nervosa che ne arresta l’attivita’ ..

    Grazie per il tuo bel commento e Benvenuta
    un caro saluto e Buon Anno
     

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