martedì 10 febbraio 2015

[inchiostro simpatico]


tra tutti i mirabili, seducenti, compositi sensi ai quali possiamo attingere per percepire [esplorarsi] la vista, è forse il più illusorio [riduttivo] la bellezza, infine, è un marginale [opzionale] fotogramma, da solo, non basta, occorre [urge] l'intera pellicola

che poi...
il fascino, l'incanto [la grazia]
perdurano, R_esistono, dippiù.




"C'è sempre qualcosa di essenziale che resta fuori dalla frase scritta, anzi, le cose che il romanzo non dice sono necessariamente più di quelle che dice."

~ Italo calvino ~

20 commenti:

  1. è come quando uno si incanta davanti ad un tramonto e poi prova a fotografarlo, non c'è traccia della magia di tutti quei colori, di quella luce morente, che illumina ed adombra, che sfuma ma contemporaneamente definisce. L'istante appiattisce, il divenire esalta

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    1. grazie Amanda .)
      bellissimo pensiero, soprattutto quel... L'istante appiattisce, il divenire esalta.

      ... concordo, una persona è bella, speciale, laddove come in un tramonto, le sue qualità, fattezze, sono sussurrate, si palesano, rivelano, inconsapevolmente... poco alla volta, con garbo, eleganza, in tutte le sue sfumature... luci ed ombre...

      Delle volte la vita diventa una finestra sulle cose che si vedono di là come nei sogni: un panno che ciondola nel vento, un fiore, una ragazza e quella luce bianca del mondo dove non ci sei.

      ~ Nino Pedretti ~


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  2. Le cose che il romanzo non dice sono quelle che il romanzo è capace di far nascere nella mente di chi legge :)
    Ciao Elena bella, sempre un piacere passare da te :*

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    1. Sarah :)

      sì, a volte forse ci vorrebbe un traduttore, o più semplicemente una mente, occhi curiosi, che sappiano stupirsi, indovinare, snidare... tipo Nascondino dirondello :) oppure, mi viene altresì in mente la meravigliosa canzone di De Andrè "Un ottico"

      Daltonici presbiti, mendicanti di vista
      il mercante di luce, il vostro oculista,
      ora vuole soltanto clienti speciali
      che non sanno che farne di occhi normali.

      Non più ottico ma spacciatore di lenti
      per improvvisare occhi contenti,
      perché le pupille abituate a copiare
      inventino i mondi sui quali guardare.
      Seguite con me questi occhi sognare,
      fuggire dall’orbita e non voler ritornare.

      un abbraccio :*

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    2. Che grande, immenso, capolavoro... l'antologia di SpoonRiver :)
      Ciao Elena, ti bacio

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    3. <3
      meraviglioso Libro, meraviglioso album, entrambi tra i miei preferiti.
      che poi sai... ^ _ ^ un'ambientazione teatrale di Antologia di Spoon River, è stata rappresentata in Abruzzo, tra gli scavi archeologici del sito romano di Alba Fucens... :)

      bacio**

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  3. La parte non scritta è quella che ti nasce dentro leggendo ma se non scrivi bene non nasce. Per la fografia il discorso è più complesso e prevede una dote particolare, l'occhio fotografico. E' ancora più raro dell'abilità dello scrivere, funziona in un istante e prevede almeno una decina di virtù. Lo puoi sfruttare anche con una cottolengomatic.

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    1. personalmente, amo sia leggere, scrivere che fotografare, e nel farlo cerco sempre di cogliere le sfumature, i particolari, affidandomi più che all'abilità, all'istinto

      La parte non scritta è quella che ti nasce dentro leggendo ma se non scrivi bene non nasce. .... ci devo riflettere :) la parte non scritta, è altresì quella più intrinseca, primitiva, che più ci appartiene, in_consapevolmente anche la più spontanea se vogliamo, e quindi forse non so... a volte può non essere scritta bene, ma può comunque emozionare, arrivare

      riguardo poi alla cottolengomatic :) oggi come oggi con l'avvento della fotografia digitale, delle macchine fotografiche faccio tutto io, photoshop o programmi similari che ti consentono di modifciare... migliorare, fare una bella foto è forse più facile, io magari sbaglio, viene sottoesposta, sfocata o altro... ma mi cimento, ostino, ad usarla manuale :)

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  4. E le cose che emergono dalle righe bianche tra ciò che è scritto, ci diranno, più sono, della maggiore grandezza delle poche che sono state inchiostrate. :-)

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    1. :) del tipo.. e qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure

      lo spazio bianco, il taciuto, omesso [sottinteso] così come ciò che esterniamo, la gestualità, mimica, tutto [l'insieme] narra di noi, che poi a pensarci... le parole che sono sì importanti, altresì possono essere però come dire... affabulatrici, se non c'è un tessuto emotivo onesto, autentico a sostenerle...

      Ti sbagli se pensi che con le parole puoi imbrogliar la gente. Hai voglia di fare il gentile, di far la mossa di togliere il pelucco dalla giacca del vicino. Le parole vanno dritte per la loro strada, hanno solo un padrone, che è la tua faccia. Le parole van dentro dappertutto, le parole son nel sangue, son cattive, brucian come il fuoco, e se sei un vigliacco, ti torcon tutto come un ramo sulla fiamma.

      ~ Nino Pedretti ~

      ciao :)

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  5. Hanno già commentato come la penso... il libro diventa "soggettivo", ci appartiene, e le parole non detto sono "immaginate" da noi e costruiamo una nostra personale storia basandoci sulle nostre esperienze passate
    Un sorriso
    Marinz

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    1. :) concordo, e sai ne parlavo... riflettevo proprio qualche giorno fa su un blog di come il nostro vissuto, bagaglio, esperienze passate influenzino il nostro pensiero, proiezione, immagine che degli altri ci arriva, per questo è importante provare a guardare con occhi sempre nuovi [puliti] scevri da condizionamenti personali, occhi che lascino spazio all'immaginazione ma sappiano altresì cogliere la realtà, le sfumature.

      come dice Stefano Benni

      “ Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti.

      un caro saluto :)

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  6. Quanta verità e delicatezza in questo scritto!
    La scelta del titolo mi ha fatto sorridere ed, allo stesso tempo, pensare.
    Effettivamente certe cose della vita sono come l'inchiostro simpatico ... alcune visibili soltanto a chi intuisce che ci sia "qualcosa di più", mentre altre "scompaiono" con il tempo, per lasciare la massima evidenza a quello che prima non attirava la nostra attenzione.
    Geniale accostamento cara Albafucens, davvero geniale.... :)
    Buona serata.

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    1. Grazie Mr. Loto

      pensare all'inchiostro simpatico, associarlo alla molteplicità, in_visibilità delle molteplici sfaccettature, fattezze nascoste, inespresse [eclissate] che di quando in quando di noi emergono, rivelano e che bisogna un po' provare ad intendere, spiare, svelare... mi è venuto spontaneo.

      è un po' così come con la Luna... ^ _ ^

      Luna di Pomeriggio da "Palomar”

      La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ed è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse. È un'ombra biancastra che affiora dall'azzurro intenso del cielo, carico di luce solare; chi ci assicura che ce la farà anche stavolta a prendere forma e lucentezza? E così fragile e pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto come un arco di falce, e il resto è ancora tutto imbevuto di celeste. È come un'ostia trasparente, o una pastiglia mezzo dissolta; solo che qui il cerchio bianco non si sta disfacendo ma condensando, aggregandosi a spese delle macchie e ombre grigiazzurre che non si capisce se appartengano alla geografia lunare o siano sbavature del cielo che ancora intridono il satellite poroso come una spugna.

      In questa fase il cielo è ancora qualcosa di molto compatto e concreto e non si può essere sicuri se è dalla sua superficie tesa e ininterrotta che si sta staccando quella forma rotonda e biancheggiante, d'una consistenza appena più solida delle nuvole, o se al contrario si tratta d'una corrosione del tessuto del fondo, una smagliatura della cupola, una breccia che s'apre sul nulla retrostante. L'incertezza è accentuata dall'irregolarità della figura che da una parte sta acquistando rilievo (dove più le arrivano i raggi del sole declinante), dall'altra indugia in una specie di penombra. E siccome il confine tra le due zone non è netto, l'effetto che ne risulta non e quello d'un solido visto in prospettiva, ma piuttosto d’una di quelle figurine delle lune sui calendari, in cui un profilo bianco si stacca entro un cerchietto scuro.
      […]
      E soprattutto questi mutamenti non devono far dimenticare che nel frattempo il satellite è andato spostandosi nel cielo procedendo verso ponente e verso l'alto. La luna è il più mutevole dei corpi dell’universo visibile, e il più regolare nelle sue complicate abitudini: non manca mai agli appuntamenti e puoi sempre aspettarla al varco, ma se la lasci in un posto la ritrovi sempre altrove, e se ricordi la sua faccia voltata in un certo modo, ecco che ha già cambiato posa, poco o molto.

      ~ Italo Calvino ~

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  7. Ma è anche giusto: se dicessero tutto in una volta e per sempre che fine farebbe il mistero?

    - Davide -

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    1. giusto... è giusto :)

      un alone... po' di mistero, qualche incognita da risolvere, svelare, ci vuole, in fondo...

      Se vuoi costruire una nave,
      non radunare gli uomini
      per procurare il legno
      e preparare attrezzi,
      e non assegnare compiti,
      ma insegna agli uomini
      la nostalgia dell’oceano infinito

      ~ Antoine De Saint-Exupèry ~

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  8. Appena scoperto questo blog, e dato un occhiata qua e là fra i post; ne commento l'ultimo per farti subito complimenti che si estendono a tutta la tua produzione, intenzionato a lasciare altre tacce (spero piacevoli) tra le tue pagine.

    Ti cito:

    "personalmente, amo sia leggere, scrivere che fotografare, e nel farlo cerco sempre di cogliere le sfumature, i particolari, affidandomi più che all'abilità, all'istinto"

    Io direi un istinto che non tace la ragione: la necessità di ordinare, specificare, aggiungere e, a volte, sovvertire il senso primario delle frasi attraverso il suo necessario commento in parentesi quadre; di rigida forma rispetto alla più comune tonda, come a mettere le parole in un cassetto (della memoria? dell'animo?) invece che in un buco sulla pagina - questo mi ricordano le tonde: ( ).
    Il corsivo, ancora, che storce solo le consonanti e raramente le doppie, mi incuriosisce terribilmente...

    Riguardo al senso proprio del brano, non so se concordare o meno: non amo sfumare le parole, ma le parole sfumate; per dire che (almeno da scrittore) non cerco di suggerire altro rispetto a quello che è messo sul foglio per stimolazione della fantasia, ma tendo a fornire principalmente strutture che in sé dispongano solo dei termini precisi atti a dire quanto (e solamente quello che) desidero.
    E' anche vero che, perché ogni parola sia compresa nella sua essenza, bisognerebbe ricercare -magari- la sua radice etimologica o se il contesto in cui si inserisce sia citazione di un'altra opera e così via... insomma, il lavoro di ricerca che vorrei abolire, risulta essere addirittura doppio e mi contraddico.
    Non so se concordare o meno, ma il tuo testo trova il mio interesse.

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    1. Pietro
      benvenuto, grazie, e complimenti anche a te per il tuo pensiero, interessante... :) provo ad andare in ordine

      … circa l’istinto e quello che dici un po’ hai ragione, altresì mi viene da dire che il confine tra istinto e ragione è infine piuttosto labile, che la parte più primitiva di noi, spesso duetta/duella con la ragione, entrando come ben osservi quindi in conflitto, ma che entrambe sono forse però necessarie, imprescindibili per guidarci, suggerirci, e a volte perché no, anche per imbrogliarci, fuorviarci un po’

      Mentre per quanto concerne l'ordinare, racchiudere, storcere le parole o specificare, mumble… mumble… direi che non ha a che fare con la ragione o necessità, o come potrebbe forse sembrare è una licenza poetica/estetica, è più direi un esperimento, mi cimento/azzardo a dare un timbro, modulazione al testo, voce narrante… a riprodurre la musicalità della lingua parlata, per ridurre un po' le distanze, ma soprattutto così facendo mi diletto/diverto un sacco a giocarci con le parole :)

      ... mi piace il parallelo, metafora “del cassetto della memoria, dell’animo” e non so dire perché lo faccio mi viene istintivo, non credo sia per metterle in evidenza o meno, forse racchiudo/evidenzio/storco… quelle sulle quali maggiormente io stessa rifletto, mi soffermo, o più semplicemente che più mi piacciono, ispirano. Quello che dici mi offre però un interessante spunto di riflessione, così come incuriosisce anche me ora :) il fatto che tu abbia notato che “… Il corsivo, ancora, che storce solo le consonanti e raramente le doppie, mi incuriosisce terribilmente...” perché a meno che non sia una scelta in_conscia non me ne ero resa conto, inizio casualmente dalla prima o seconda e poi le combino, procedo a zig-zag, a caso…

      personalmente io amo sia sfumare le parole, che le parole sfumate, mentre concordo pienamente sul fatto che la stimolazione della fantasia non abbia bisogno di suggerimenti, spiegazioni, timbri e così via… e forse chissà nell’andare a scrivere è proprio la fantasia ad ispirarmi un po’, quella che non potuto esprimere seguendo gli studi di arte che avrei voluto fare, e anche il fatto che per me scrivere oltre a confrontarsi, esprimere, significa altresì divertirsi, giocare, disegnare, cantare, colorare, imbrattare e tanto altro, diciamo che quando scrivo (lo faccio prima a mano e poi trascrivo) cammino su un filo… emotivo, sono un po’ giocoliere, un po’ funambola, un po’ pasticciona ^ _ ^

      … leggere le tue riflessioni, considerazioni è interessante e stimolante, quindi, tituba, contraddiciti, concorda sì oppure no :) ogni contributo, a maggior ragione se spinge ad interrogarsi e confrontarsi è utile, arricchisce, e ogni blog allora oltre a come dice Giulio Zu: "Il blog è un apostrofo che rende pubblico un diario segreto, per cui si passa dall'io che soffre all'io che s'offre." diventa altresì ora un bel salotto dove potersi sedere a chiacchierare piacevolmente, altre può essere invece uno strumento di informazione, divulgazione, denuncia, le nostre parole una volta affidate ad una pagina pubblica diventano un po' di tutti, e danno quindi adito a tutte le considerazioni possibili

      Rileggendomi mi rendo conto che è un po' confuso, in verità detto alla romana, me sa che me sò ‘npò incartata, il filo dei miei ragionamenti è un poco complicati e molto poco lineare, ci rifletterò un po’ su quello che hai detto.

      grazie ancora per l’attenzione che hai dedicato al post e al blog, leggo che scrivi, interessante, ho seguito il tuo avatar, ma porta ad una pagina vuota, se ripassi e ne hai una da sfogliare... :)

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    2. Non vado per ordine, ma riporto l'incipit del paragrafo o cito liberamente l'inizio del concetto cui vado a rispondere.

      "Rileggendomi mi rendo conto che è un po' confuso, in verità detto alla romana, me sa che me sò ‘npò incartata..."

      Ma no, è tutto chiarissimo e ancora più evidenzia come la tua scrittura sia degno reportage del parlato e dell'istinto.

      Ringrazio quindi delle delucidazioni che hai avuto cuore di proporre, e per le quali riesco a prendere meglio confidenza con quanto è tradotto dal tuo stile.

      "Mentre per quanto concerne l'ordinare, racchiudere, storcere le parole o specificare, mumble… mumble…"

      "Il corsivo, ancora, che storce solo le consonanti e raramente le doppie, mi incuriosisce terribilmente...” perché a meno che non sia una scelta in_conscia non me ne ero resa conto, inizio casualmente dalla prima o seconda e poi le combino, procedo a zig-zag, a caso… "

      Noooooooooooo! :P

      Ahahah, sarà che ho letto i tuoi scritti senza dimenticare che a leggerli son io, ovvero una persona che fa dell'ordine e della scelta ragionata un pilastro fondamentale per la propria produzione.

      In ogni caso, la cosa mi diverte, e mi rallegra il fatto che possa essere spunto di riflessione, infatti non posso che concordare quando dici:

      "ogni contributo, a maggior ragione se spinge ad interrogarsi e confrontarsi è utile, arricchisce, e ogni blog [...] diventa altresì ora un bel salotto dove potersi sedere a chiacchierare piacevolmente..."

      Avere una vetrina cui la gente applauda o fischi senza apportare un qualche pensiero non serve assolutamente a niente.


      "forse chissà nell’andare a scrivere è proprio la fantasia ad ispirarmi un po’, quella che non potuto esprimere seguendo gli studi di arte che avrei voluto fare, e anche il fatto che per me scrivere oltre a confrontarsi, esprimere, significa altresì divertirsi, giocare, disegnare, cantare, colorare, imbrattare e tanto altro, diciamo che quando scrivo (lo faccio prima a mano e poi trascrivo) cammino su un filo… emotivo, sono un po’ giocoliere, un po’ funambola, un po’ pasticciona ^ _ ^"

      Eh, già...

      Per me vale un po' lo stesso, il mio percorso di studi è "artistico" perché lo considero tale; ma, di fatto, sono al terzo anno di chimica.
      Il mio approccio alle lettere, infatti, importa un po' del rigore scientifico che contraddistingue la mia facoltà. xD

      "Grazie ancora per l’attenzione che hai dedicato al post e al blog, leggo che scrivi, interessante, ho seguito il tuo avatar, ma porta ad una pagina vuota, se ripassi e ne hai una da sfogliare... :)"

      Grazie a te, e mi dispiace che sia stata reindirizzata al nulla.
      Il mio blog è: obliquariga.blogspot.it, l'ho aperto da poco meno che una settimana è c'è ancora poca roba.
      Spero, comunque, che possa interessarti.

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    3. Pietro

      vo' a caso... :) anche se direi che un po' di ordine ci vuole, io ad esempio ordinata lo sono per alcune cose relative per lo più però alla gestione della casa, del lavoro, ma per tutto il resto emotivamente, intuitivamente, intellettualmente... e chi più ne ha ne metta, sono più tipo un robivecchi... mercatino dell'usato, bazar, un po' caotica, confusionaria, spesso anche distratta nel senso però di spensierata... incantata, non poco attenta, superficiale o negligente, si insomma sono un po' confusa/confusionaria :)

      il corsivo poi... è un carattere che amo particolarmente, è così spontaneo, espansivo, pure un po' ribelle, ma soprattutto è primitivo, intimo [intrinseco] ognuno di noi ha il suo... caratteristico, personale.

      riguardo alla chimica invece anche se come dire scientifica [provata o fattibile] direi che artistica sicuramente lo è, e in quanto anche un po' misteriosa, arcana, mi viene spontaneo associarla altresì alla chimica/alchimia, meccaniche/meccanismi umani.

      delle vetrine poi... penso che più sono colorate, varie, vintage, più son belle, e a differenza delle cristallerie o teche, sono più incondizionate, accessibili.

      l'avatar più che al nulla :) riporta alla pagina di google+
      grazie per la simpatia e per il link :)

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