giovedì 13 marzo 2014

[Funambolismi]


[incipit]

Ci sono storie, nella vita, che a volte R[esistono] ci abitano, non più di un attimo infinitesimo, ti è consentito intuirne, delinearne, solo tenui, esigui, tratti, sono un'allusione... un accenno appena [bozzetto] poi, rimangono lì, ad equi_librarsi sulle punte, anziché volteggiare, spiccare il volo, può darsi siano piccine picciò [non sai... puoi saperlo] ma dentro, comunque... celano, custodiscono {abbracciano} l'infinito, non lasciare che s~fuggano, sfumino nell'oblio, rimangano sot_taciute.


"Carpe Diem" ~ Emmi Vuorinen ~


Non aspettare che ci sia il sereno
o cada una tiepida pioggia
o l’orchestra dei fiori
incominci a suonare
o i già muti pesci
tacciano ancora di più.

Fa che ti basti che cominci il giorno
e che sia fatto chiaro
come pagina bianca
voltata dopo
la nera.

Allora tieni la faccia
più alta che si può
e tenta

poiché tentar non nuoce.


~ Roberto Piumini ~

24 commenti:

  1. Io ce l'ho dentro, una storia così; prima volteggiava ed era in equilibrio poi, forse, la storia non ci ha creduto più ed adesso si è nascosta in un anfratto e vorrei tanto torni a volteggiare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Baol :)
      le storie d'amore... di amicizia [di vita] che sperimentiamo, con le quali ci misuriamo, simboicamente, ma non troppo, ci abitano... dimorano in noi. La tua storia, quindi, è sicuramente lì, come dici, nascosta in un anfratto,perché tutto quello che ci attraversa nella vita, anche quando è o forse più semplicemente sembra solo essere passato, rimane con noi, ce lo portiamo sempre dietro, dentro, siamo con un'alveare, rimane impresso nella memoria, cuore, sulla pelle, in ogni cella~cellula del nostro corpo, e forse, la tua stroia, aspetta solo di essere ri_trovata, che tu vada a stanarla, fare tana libera tutti :)

      Nella vita, dietro ogni angolo, stanza, paesaggio, anche dentro un’emozione se vogliamo, ci sono le cosiddette "sliding doors", screpolature, fessure, attraverso le quali la vita ci sussurra, parla, suggerisce, continuamente… sono fenditure che ogni giorno ci portano a sfiorare eventi, situazioni, persone, sensazioni, e ad esserne a nostra volta attraversati, a volte appena sfiorati, dobbiamo solo “forse” concederci di addentrarvici, di sbirciare un po'... conceder(e)ci una possibilità.

      Quante volte??? … i legami, le occasioni, le amicizie, opportunità, rimangono invece così... precarie, proprio come ballerine in equilibrio sulle punte, per timore, diffidenza, timidezza, insicurezza e tanto, tanto altro, perché "forse" non sappiamo, vogliamo trattenerle, altresì smettiamo di stupirci, sorprenderci, illudendoci forse di conoscere sapere già tutto della vita, delle persone, mentre quella che abbiamo esplorato, il più delle volte, è solo la punta dell’iceberg.

      A volte, tutte queste storie, persone, porte che si aprono, succede così che le ignoriamo, lasciamo andare via oooure chiuse, altre invece, rare e preziose, riusciamo a creare quel contatto, che ci consente di esplorarne i territori, apprezzare le rispettive idee, sentirsi vicini (ma anche no, la diversità arricchisce) nei modi di sentire, vedere le piccole “grandi” cose della vita, arrivando così ad approfondire la conoscenza reciproca, e ad impreziosire la nostra vita.

      Ma sicuramente, quello che tento di dire, lo spiega assai meglio l’estratto dal libro che riporto sotto..

      “Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile”

      Si tratta di solitudini che si interrompono? Di pseudo comprensione? E' questione di riconoscersi nell'altro per qualche verso? Insomma com'è che alla fine due persone sconosciute diventano quasi "importanti" l'uno per l'altra?

      Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse.

      Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso.

      Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”

      ~ Peter Cameron ~

      Elimina
    2. Quanto sono belle le tue risposte, vorrei avercele nella mail per leggerle sempre

      Elimina
    3. Baol
      grazie... davvero :)*
      ora te la mando, senza refusi ed errorini vari ^ _ ^

      un abbraccio

      Elimina
  2. a volte sono lì e basta allungare la mano e farle tue a volte sfuggono e non c'è verso di ripescarle

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì... Amanda
      così come ho scritto a Baol, a volte riusciamo ad afferrarle, altre ci sfuggono oppure siamo noi a lasciarle andare, altresì forse a volte sono loro a non volersi lasciare catturare, custodire.

      ... è che la vita, è imprevedibile, non lo sai mai quali sono le strade, i sentieri che ti fa percorrere, le prove, i bivi di fronte ai quali ti pone, forse spesso le storie finiscono, sfuggono, non solo perché possono non sopravvivere, resistere alla come dire... usura, metamorfosi del tempo, ma altresì, perché davanti agli altri, a causa di quellea che sono le nostre paure, in-certezze, fragilità, debolezze, non siamo mai nudi, bensì indossiamo quasi sempre una maschera, non necessariamente per mentire, bensì, per cautela, difenderci, arrivando così a mostrare raramente, per quanto sia normale essere imperfetti e vulnerabili, ciò che semplicemente siamo, e cioè "umani", e succede così che tante cose le lasciamo andare, perchè, non diciamo, parliamo, tentiamo e così via.

      forse, nella vita, dovremmo solo provare a sottrarre, detrarre di meno, e sommare di più quello che incontriamo, altresì a dividerci e moltiplicarci, in modo da riuscire ad esserci un po' per tutti, tutto. La vita è fatta di tanti piccoli frammenti, siamo come tante piccole tessere di un puzzle, ognuna con la sua storia personale, e per metterli insieme tutti questi tasselli, diversi eppur affini, dato che non esiste, non ci danno un libretto delle istruzioni, dobbiamo solo consentir(e)ci di af_fidarci un po' di più.

      Pensa a un albero di baobab,
      un gigante tutto rami,
      e popolalo, mentalmente,
      di migliaia di piccolissime scimmie;
      immaginati come s’arrampicano.
      spenzolano, come, aggrappate fra loro,
      s’agganciano di ramo in ramo;
      finché non si lasciano cadere,
      fiutano il vento, s’accoppiano, sonnecchiano -
      pensa, o povero pensatore!

      Poi di nuovo saltano,
      con folle rapidità, schizzano come scintille,
      caracollano e precipitano;
      o stanno lì buone, così,
      fiacche, trasognate, a grattarsi,
      fino al prossimo attacco. – Guai a chi
      volesse descrivere tutto ciò!

      Ridi, spaventati, stupisciti,
      ma smetti, prima di diventare pazzo,
      di stare lì a pensare sul pensare.

      ~ Hans Magnus Enzensberger ~

      Elimina
  3. Ho scritto storie, nella vita, solo per sapere dove andavo a parare ed ero in fuga
    sul pianeta sconosciuto, poco più in là, dove si ripete l’arcano gioco, tre carte e tre scimmiette, quelle in preda a crisi d’ astinenze umane per mancati accordi con la figlia del dottore, il fornitore di sonno preferito. E nell’istante in preda al dormitorio
    staccavo biglietti d’un tram che non ha nome - né desiderio né altro – ed ho scelto la fermata dinnanzi allo specchio per cogliere l’improbabilità d’un autoritratto sghembo di linee chino di teste e parallelo di convergenze, per la dialettica dimenticata in fondo al bicchiere, sulla punta della cicca spenta, sotto le scarpe lucidate di mota nelle mani di calce, nella prospettiva di un dio di cui mi ricordo appena il nome, meglio il cognome, certo non il viso smunto di chi non ha più passaporto per le stelle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giò :)
      hai scritto un bellissimo pensiero, un vero gioiellino, molto significative ed intense sono altresì le metafore con le quali esprimi l'arcano gioco... i desideri... gli accordi, quelle che sono le occasioni che a volte manchiamo o non scattano per un capriccio della sorte, una coincidenza avversa, un secondo di ritardo o più semplicemente “se esiste”, perché non era scritto nel destino, altresì, mi piace molto come descrivi tutto il resto quello che sintetizzando... altro non è che il viaggio della vita, co(stella)to di traguardi , e a volte, di miraggi.

      Forse, il problema principale di noi umani, oltre alle occasoni che lasciamo s-fuggire, che non viviamo o lo faciamo solo a metà, essenzialmente per timore, è altresì quello di non riuscire a liberarsi di una dimensione trascorsa [che ci condiziona] ma dalla quale possiamo trarre sicuramente nuovi spunti, slanci, per riuscire così a vivere al meglio e pienamente il momento presente. Troppo spesso pensiamo erroneamente di avere davanti a noi un capitale di tempo infinito, che ci consenta di fare con calma quello che non abbiamo la voglia o il coraggio di fare oggi, e che rimandiamo così a domani. E invece, purtroppo, non è così, perché spesso poi le parole non dette, le cose che non abbiamo ascoltato, rimandato, ignorato e tanto altro, non lo sai mica se la vita ti offre poi una seconda opportunità, per farlo, mentre il tempo, è una delle cose più preziose che abbiamo, e non dovremmo lasciarlo s-correre via.

      Siamo fragili, vulnerabili, temiamo il fallimento, di mostrare quelle che sono le nostre debolezze, tutte cose che agli occhi degli altri, scevri del giudizio dei nostri [che spesso sono troppo severi e condizionati da quello che è il nostro vissutio] sanno invece accogliere di noi quella che è un'immagine pulita, o comunque, accettarla così com'è, un po' sghemba ^ _ ^ (adoro questa parola).

      La nostra conoscenza, ritrovarci, riconoscerci, esserci e tanto altro, passa altresì attraverso gli occhi e le parole, degli altri, gesti nei quali abbiamo bisogno a volte, di accoccolarci, per riuscire così a completare quella che è la nostra immagine, perché come dice una frase:

      "Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così."

      ~ Italo Calvino ~

      Elimina
    2. Calvino... magnifico! Per conoscere se stessi piuttosto che Socrate consiglio di origliare dietro le porte! :-)

      Elimina
    3. ottimo consiglio :) sbirciamo, origliamo, osserviamo pure tutto ciò che celano, possiamo sempre scegliere poi una via di mezzo, nè spalancate, nè chiuse, bensì socchiuse, al limite, se proprio necessita, per precauzione, assicurate con una catenella ^_ ^

      Elimina
  4. Meraviglioso il sapere d'immenso d'un capire che nulla è da capire

    RispondiElimina
    Risposte
    1. tentare, nuoce :)

      ... quante volte nella vita ci chiediamo perché??? ma "forse" non sempre spiegarsi, sapere è indispensabile, necessario... "forse" l'unica cosa che possiamo fare, è solo provare ad accogliere, custodire, quello che la vita ci pone di fronte, perché se ciò avviene, ci sarà pure un perchè :)

      grazie per la visita :)

      Elimina
  5. ....ci sono storie dentro di noi destinate a sfumare via in poco tempo, altre che restano accucciate in qualche cantuccio del nostro cuore pronte a saltare fuori quando è il momento giusto, altre ancora sono forti e ci spingono in direzioni molto diverse da quelle che avremmo mai pensato....e tutto questo è meravigliosamente vita! :)
    Buona Primavera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì è "meravigliosamente" vita ^ _ ^
      e tutte queste storie... ci abitano eaccompagnano lungo il percorso

      grazie :)
      Buona Primavera anche a te

      Elimina
  6. Si vede che le storie che ci sono qui mi devono essere rimaste dentro, se torno a cercarle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Amica cara per le tue belle parole :)**
      ci sono persone, rare e preziose, che in qualche modo entrano nella nostra vita, e con le loro, di parole, la impreziosiscono, ci regalano serenità, un attimo di sospensione, altresì, facendosi spesso portatrici di verità, e voci di denuncia, con la loro genuinità ci inducono a riflettere, e rendono delle persone migliori, e tu sei tra queste ^ _ ^

      un abbraccio

      Elimina
  7. Ma sì, quasi quasi mi lascio tentare e ci tento, ci tento ancora, a tentoni tra le parole...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aitan :)

      direi di sì', anzi, proviamoci insieme, è che.. nell'incedere su quello che è il percorso della nostra vita, spesso si incespica un po', procede alla cieca, ma credo che sia solo non fermandosi [se non per ritemprarsi, ritrovare il giusto respiro... ritmo] che ci (e) concediamo sia a noi stessi, che agli altri delle nuove opportunità, la possibilità di scoprire senza smettere mai di meravigliarci, nuovi panorami e sfumature.

      La sorte, finora,
      mi è stata benigna.
      Poteva non essermi dato
      il ricordo dei momenti lieti.

      Poteva essermi tolta
      l’inclinazione a confrontare,
      Potevo essere me stessa
      ma senza stupore,
      e ciò vorrebbe dire
      qualcuno di totalmente diverso.

      ~ Wislawa Szymborska ~

      Elimina
  8. nell'istante l'universo intero osserva...

    saluti cari

    linn

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'istante... è lo spazio della vita :)

      "L’istante, occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita." ~ Marcel Jouhandeau ~

      un caro saluto e u abbraccio :)*

      Elimina
  9. forse a causa della loro sostanza, certe storie, "sono"
    anziché andare o venire o veleggiare...
    un abbraccio****

    RispondiElimina
  10. sì.. :)
    più semplicemente "sono"e basta

    “Fui un cercatore e ancora lo sono [...] ma non cerco più negli astri e nei libri; incomincio a udire gli insegnamenti che fervono nel mio sangue. La mia storia non è amena, non è dolce e armoniosa come le storie inventate, sa di stoltezza e confusione, di follia e sogno, come la vita di tutti gli uomini che non intendono più mentire a se stessi.”

    ~ Hermann Hesse ~

    RispondiElimina
  11. l'istante è la sola certezza che abbiamo, racchiuso in raggio di sole notturno


    Ventis

    RispondiElimina
  12. Ventis...
    che bello, mi piace assai, assai, assai, quell'istante... "racchiuso in un raggio di sole notturno"
    fa pensare che tutto può essere, accadere, è un abbraccio nel quale potersi rifugiare, con_fidare.

    RispondiElimina