venerdì 1 novembre 2013

[a pugni chiusi]


E c’è poi, questa schermaglia, sì, quella del com'è che si chiama...? pollice opponibile, che ac{consente} di poter accogliere, trattenere [custodire] altresì, rende così difficoltoso, intimorente, disorientante, dischiuderle le mani, abdicare, lasciar andare, che semplicemente sia...


photo by ~ Sergio Calatroni ~

Ogni mattina
Cancelliamo i sogni
Con cautela costruiamo i discorsi
Le nostre vesti sono un nido di ferro

 
Ogni mattina
Salutiamo gli amici di ieri
Le notti si dilatano come fisarmoniche
Suoni, rimpianti, baci perduti.


(Insignificanti
Enumerazioni
Nulla, solo parole per gli altri
Ma dove finisce la solitudine?)


~ Manolis Anaghnostakis ~



{Festina lente}

... ed imparo così, a non avere più paura del futuro, né dei cambiamenti, a custodire ogni singolo, prezioso, infinitesimo, attimo, senza farlo diventare un ostacolo, imparo ad apprezzare il valore dell'oggi, rilascio allora il pugno, scarcero le tensioni, e sgranchisco le dita, perché r[espirino].

34 commenti:

  1. Non potevo trovare uno scritto migliore per dirti che la solitudine cambia confini molto spesso. Il caso mi ha portato davanti alla tua porta lasciata aperta alle emozioni e al significato denso delle parole. Ti ringrazio infinitamente, io adesso sono altrove ma guarderò questa tua porta come il segno di qualcosa di più alto e vero.
    Enzo

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    1. EnZo, grazie davvero, moltissimo... anche a te :) per le belle parole che esprimi.

      riguardo poi alla solitudine [si può essere soli in compagnia, viceversa in compagnia da soli] hai ragione, i suoi confini sono suscettibili, variabili forse perché infine, la solitudine altro non è che che uno stato d'animo, e come tale quindi plagiato... influenzato dalla sfera emotiva, che varia a sua volta a seconda di quello che ci sfiora, atttraversa nella vita, dei momenti che viviamo, è quindi un mezzo di comunicazione, l'espressione di una conversazione, una rivelazione.

      Sugli incontri che si fanno poi sia qui nel virtuale che nella vita reale, a volte ci regalano non solo degli attimi di sospensione, altresì ci arricchiscono, consentono a volte anche di meglio capir(e)ci, di esplorare nuovi orizzonti, ampliandoli, perché...

      Perché non è il gallo a svegliarti, né il camion della spazzatura… Non è neppure la prospettiva del premio o l’ambizione di lasciare una traccia… E’ l’urgenza di quel piccolo tocco di scalpello a cui pensavi quando ti sei addormentato…quella pennellata di ocra rosso all’angolo destro della tua tela, lassù in cima… Ecco cosa ti fa saltar giù dal letto! Il suono inebriante di una nota, che cambierà tutto… un nonnulla in punta di penna, forse una virgola, una semplice virgola… una sfumatura essenziale… il minuscolo dell’opera… una cosa da niente… solo la necessità… ~ Daniel Pennac ~

      e nell'attesa... passerò anche io a sbirciare di tanto in tanto :)

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  2. Eh già....in una società che ci insegna fin da piccoli a serrare i pugni ed il cuore per trattenere è difficile aprirsi, per lasciare andare ma anche per far entrare nel nostro cuore nuova "aria pulita", eppure è solo così che possiamo maturare e crescere....
    Ti abbraccio e ti auguro un lieto fine settimana.

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    1. Eh già... :)
      serriamo i pugni, tratteniamo... e così troppo spesso non lasciamo poi nè entrare, nè uscire, perché abbiamo timore, perché davanti agli altri a causa di quelle che sono le nostre paure, in-certezze, debolezze, non siamo mai veramente nudi, bensì indossiamo quasi sempre una maschera [non necessariamente per mentire] bensì più per cautela, per difenderci, mostrando così raramente, per quanto sia normale essere imperfetti, fragili e vulnerabili, ciò che semplicemente siamo, e cioè "umani".

      e al riguardo, mi viene in mente una poesia, che forse ben descrive tutto ciò...

      “I had been hungry, all the Years”

      Avevo fame tutti gli anni.
      Allora capii
      che la fame è un istinto
      di chi guarda le vetrine dal di fuori.
      L'entrare la disperde.

      ~ Emily Dickinson ~

      perché è vero, solo lasciando sia uscire che entrare, possiamo crescere...

      grazie per l'abbraccio e l'augurio, che ricambio

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  3. Ciao alba ti ricordi di me ? tristantzara (quanto commentavamo assieme in splinder)

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    1. certo che mi ricordo di te :)
      bei tempi quelli di splinder... hai ancora un blog?

      un sorriso

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    2. Ciao :-) no, basta, sebbene a volte quel piacere mi ritorni, ho twittato per un bel po' prima che divenisse una chat-line per personaggi famosi che si scambiano impressioni del tutto personali dopo che si sono alzati tardi e devono andare a fare la spesa.

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    3. :)
      ecco io a twittare non riuscirei mai... la capacità di sintesi è una cosa che proprio non mi appartiene, twitter mortifica la mia prolissità :D ... poi chissà, scrivere è quasi sempre un'urgenza e magari prima o poi tornerai ^ _ ^

      un sorriso

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  4. bella impresa quella di imparare a assaporare ogni singolo attimo

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    1. Amanda :)
      sì, è davvero una bella [difficile ma non impossibile] impresa, proposito
      mettiamola così... "io speriamo che me la cavo" ^ _ ^

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    2. E' quando succede qualcosa che ci fa capire quanto sia precaria la nostra esistenza, che si comincia davvero ad apprezzare ogni singolo attimo.

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    3. sì proprio è così...
      di fronte alla precarietà, impalpabilità, fatalità della vita, quando la nostra esistenza viene contrassegnata da eventi che ci fanno comprendere concretamente, tangibilmente, che siamo di passaggio, la nostra visione, percezione della vita cambia... ci consente di acquisire una diversa consapevolezza.

      Nella vita dietro ogni angolo, in ogni stanza, paesaggio, anche dentro un’emozione se vogliamo, ci sono le cosiddette "sliding doors", piccole screpolature, fessure, attraverso le quali la vita ci sussurra, parla, continuamente... sono fenditure che ogni giorno ci portano a sfiorare eventi, situazioni, persone, sensazioni, e ad esserne a nostra volta attraversati, sfiorati, dobbiamo solo, concederci di addentrarvici, perché poi non lo sai se la vita ti concede un'altra possibilità.

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  5. Mi viene in mente un'altra canzone: "Pugni chiusi/ non ho più speranze/ in me c'è la notte
    la notte più nera/ Occhi spenti/ nel buio del mondo /per chi è di pietra come me .."

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    1. :) grazie per queste belle parole, sei una vera rivelazione in fatto di musica

      amo molto le atmosfere, canzoni del passato, il testo non lo conoscevo però e così sono andata a cercare ed ho visto che è cantata da Demetrio Stratos, del quale conosco forse solo un paio di canzoni.

      molto bello è anche questo passo...

      Viene l'alba
      e un raggio di sole
      disegna il tuo viso per me
      mani cinte
      tu sei qui con me
      e abbraccio la vita con te

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  6. Quanto hai ragione, Elena.
    Presi come si è in questa società iperveloce, che tutto consuma fino a consumare sé stessa, s'impara troppo spesso a (rin)chiudersi al punto che non si vede neppure più il raggio di sole che, ostinato, filtra attraverso tende e persiane (chiuse).
    E il tutto racchiuso nel paradosso della nostra mano, pugno e insieme carezza.
    Bellissimo, tantissimi sentiti complimenti e, come sempre, un sorriso :-)

    Davide

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    1. grazie Davide
      è molto bello quello che hai scritto, mi piace moltissimo sopratutto l'immagine... del raggio di sole che filtra ostinato attraverso le persiane e tende chiuse

      “ Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra, talvolta vediamo la vita nell'aria. E la chiamiamo polvere." ~ Stefano Benni ~

      la società spesso ci impone dei ritmi iperveloci, è vero, a noi però, rimane sempre la facoltà di poter/saper scegliere, se lasciarsene travolgere oppure provare a rallentare, sof-fermarsi e a far sì che la nostra mano [che sì... ahimè, può essere sia pugno che carezza] custodisca senza ferire altresì senza rimpianti, e che sia più semplicemente sia scrigno che dispensatrice di attenzioni, premure

      un sorriso anche a te :)

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  7. Ci vuol coraggio nel non trattenere, nel non pretendere. I pugni a volte si chiudono per la paura. E' un sollievo vivere un respiro alla volta, hai ragione tu.

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    1. Sì... turquoise
      è quasi sempre, la paura, il timore, a farci chiudere i pugni è vero, perché di fronte alle nostre fragilità, insicurezze, siamo nudi, temiamo di esporci, rivelare quello che ci attraversa, emoziona, altresì ferisce a volte, così come ce ne vuole di coraggio nel non "pretendere", che contiene in sè però la parola "tendere", e che dovremmo quindi provare a considerare così... comunque come sinonimo di "apertura"

      ... ed altresì stringiamo i pugni, perché il problema principale di noi umani è "forse" proprio quello di non riuscire a liberarsi di una dimensione trascorsa che ci in[trattiene] rende incerti, insicuri, ma dalla quale possiamo sicuramente trarre però nuovi spunti, slanci positivi, per vivere pienamente, pacata[mente] il momento presente

      e quello che dobbiamo cercare di fare allora è proprio questo: vivere un respiro alla volta" bello :)

      perché troppo spesso, pensiamo erroneamente di avere davanti a noi un capitale di tempo infinito, che ci consenta di fare con calma quello che non abbiamo voglia o il coraggio di fare oggi, e che rimandiamo così a domani. E invece, non è così, perché spesso poi, le parole non dette, le cose che non abbiamo ascoltato, rimandato, ignorato e tanto altro, non lo sai mica se la vita ti offre poi una seconda opportunità.

      Il problema principale di noi umani, è tutto qui, "forse", quello di non riuscire a liberarsi di una dimensione trascorsa, che ci in[trattiene] rende incerti, insicuri, ma dalla quale possiamo sicuramente trarre nuovi spunti, slanci positivi per vivere pienamente pacata[mente] il momento presente.

      "Ho imparato che bisogna sapere cogliere ed esprimere a parole i momenti di affetto e sincerità, perché potrebbero non tornare mai più. Se rimangono inespressi, accantonati e inutilizzati avvizziscono, e quando, dopo troppo tempo, la mano del ricordo vorrebbe coglierli, si sgretolano fra le tue dita..."

      ~ Gregory David Roberts ~

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  8. anche per l'anima non può vivere senza la sua costante uscita da la prigionia di se stessa...
    come un vento la paura vola via e noi impariamo a lasciarla andare anche se ci siamo abituati a lei e che ci sembra una sorella....

    un caro saluto...

    linn

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    1. già :)
      l'anima deve esserci amica... "sorella", deve potersi liberarsi e librarsi, non possiamo tenerla costantemente segregata, perché arriva poi il momento in cui ci chiede udienza... e non si può ignorarla all'infinito.

      Passa il tempo sopra il tempo, ma non devi aver paura, sembra correre come il vento, però il tempo non ha premura." ~ Fabrizio De Andrè ~

      un abbraccio ***

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  9. la solitudine inizia e finisce dentro di noi
    il natale scorso eravamo i 38 a festeggiarlo
    eppure c'era chi si e' sentito solo
    il pugno chiuso a volte e' solo una forma di difesa

    ps
    grazie dei fior :-p
    non so perché fa risultare spam i commenti
    non ho molta dimestichezza con quel blog
    e' nato piu' o meno come il magazzino
    del blogsplinderiano
    :-)

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    1. sì...
      la solitudine inizia e finisce dentro di noi, è più uno stato d'animo, un dialogo intimo con noi stessi, perché è verissimo, si può essere... sentirsi soli anche in mezzo a migliaia di persone, poi può anche capitare a volte che siano gli altri ad isolarci, ma questa è un'altra storia...

      il pugno poi è quasi sempre sinonimo di difesa, chiudiamo le mani per proteggerci, tutelari,difenderci... così facendo però non lasciamo nè uscire, nè entrare... ed allora ogni tanto dobbiamo scrocchiarle un po' le mani :)

      rigardo alla dimistichezza poi con blog e quant'altro non dirlo a me che sono una mina vagante :)

      un abbraccio

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  10. Bé, complimenti, non è ne facile ne scontato riuscire a farlo :-) Però è assolutamente vero... ricordo anzi un detto Hindu, dello Yoga esattamente, che dice "Lo spirito di possesso avvelena la libertà della mente". E' anzi uno dei primi aforismi orientali in cui mi imbattei nella mia vita :-) Avevo intorno ai 17 anni, direi... Il fatto che me lo ricordi è piuttosto significativo :-)

    www.wolfghost.com

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    1. pardon mi era sfuggito il tuo commento...

      sì hai ragione riuscire a farlo non è affatto facile, ma possiamo provarci... :)

      bello il detto Hindu e concordo il possesso... "avvelena", anche perchè nella vita, soprattutto tutto ciò che attiene alla sfera emotiva, non si può possedere [non sono proprietà...] lo si può solo custodire, e fruire di ciò che ci regala

      un sorriso

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  11. Oggi, di fronte ad una immensa siepe fiorita, ho detto a una persona cara che davanti ad una cosa bella come quella non dovremmo mai passare oltre ma fermarci a guardare. Dovremmo fare questo esercizio tutti i giorni, ci sentiremmo un po' meglio. Non esattamente felici ma di sicuro un po' meglio. :-)

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    1. turquoise
      doveva essere una meraviglia :) e sì, penso anche io che di fronte a manifestazioni così... non si possa passare davanti incuranti, perché ogni singolo, piccolo, attimo che ci dedichiamo contribuisce in qualche modo ad arricchirci, lasciare in noi piccole sfumature che fanno però la differnza...

      "Nella vita umana vi sono alcuni istanti in cui è lecito credere che tutto sia possibile: in istanti simili si riesce a gettare uno sguardo a molte cose solitamente invisibili agli occhi umani: quando istanti simili si sono adagiati in fondo alla memoria essi possono occasionalmente essere riportati in vita affinchè ci suggeriscano di nuovo la stupefacente abbondanza di sofferenze e gioie di cui è colmo il mondo.

      ~ Yukio Mishima ~

      un abbraccio **
      e grazie per aver lasciato tra queste pagine, un così bell'attimo :)

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  12. le domande le hai già poste, e non avevo mai considerato il pollice opponibile quale ostacolo al lasciare la presa.. e allora, forse comincia così, la solitudine?
    nel non lasciar andare, nel non lasciarsi, andare via lentamente perchè si, il segreto della felicità è anche questo, o si farebbero clessidre di sassi che non scorrono, invece che di sabbia.

    ti abbraccio cara Albafucens,

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    1. chi lo sa...
      la solitudine inizia e finisce, "forse" laddove siamo noi a tracciarne il confine, come dice una frase...

      La gente cercava di addomesticarsi chiudendosi tra pareti e finestre e si procurava dei soprammobili per rendere pareti e finestre più personali, quando forse ciò di cui aveva bisogno era liberarsi da quelle costrizioni.

      ~ Rachel Joyce ~ "Il bizzarro incidente del tempo rubato"

      mentre ecco, mi piace molto la tua metafora... "... essere delle clessidre" che consentono al tempo di fluire... di lasciare che sia...

      un forte abbraccio :)***

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  13. Dio, Dio quanto mi mancano alcune schermaglie. Ci si deve rendere conto anche di questo, a volte.

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    1. ... sì, le schermaglie sono forse un po' più turbolente, dispettose, delle azzuffatine :)
      ma sono comunque VITA e ci arricchiscono, parimenti alle assonanze, complicità ^ _ ^

      Qualunque cosa, bellissima o bruttissima, lascia sempre un po' di sè negli occhi di chi guarda. E' risaputo. Del resto, è proprio da questo che la si riconosce."
      "Che cosa?" - domandò Estalère.
      "Quello che ho appena detto. L'estrema bellezza o l'estrema bruttezza. La si riconosce da quello choc, da quella briciola che resta."

      "Ma di quei frammenti di cose viste, uno che se ne fa, dopo?"
      "Li riordina, li dispone come stelle, su un grande cartone che si chiama memoria."
      "E non si possono buttare via?"
      "No, non è possibile. La memoria non ha una pattumiera."

      ~ Fred Vargas ~ "Un luogo incerto"

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    2. Già, la memoria non ha una pattumiera ed anche l'avesse, io non la userei...

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    3. :) neanche io
      mi tengo tutto [bello e brutto] sceglo di "custodire" ^ _ ^

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  14. è così tenera l0ra che mi si muove dentro e non sapendo come trattenerla la racchiudo in pugni

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    1. bella che sei... :)
      sempre molto poetica, intensa delicata...

      un abbraccio *

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