giovedì 17 ottobre 2013

[in punta di dita]


La matita s{correndo} sul foglio
adorna il verso nudo, primitivo,
e il foglio, mansueto, si lascia agghindare

le dita, incedono sbadate, stordite, per lo più scarabocchiano, tracciano ghirigori sulla carta. Le parole, ferme, tra la seconda e la prima falange, conferiscono, confabulano, tergiversano... poi, si fanno criptiche, rimangono lì, reticenti, è lo spazio bianco, che timido, cortese, custodisce altresì le parole.


photo ~ Emil Otto Hoppé ~


La mano è felice oggi.
Un fare niente la riempie
di pace vegetale. Sono come
in attesa. Sono un animale
che ozia, che riposa nella sua buccia
un frutto appeso al ramo

nella maturazione.

Sono un pugno di ghiaia
del vialetto. Una sterpaglia secca
in una attesa indifferente d’acque.

E così pacificata e illesa
ancora incolume alla vita
deposta ogni pretesa, senza dolore oggi
porto il mio colore rosa
come bandiera
niente altro che uno stare quieti
in attesa. Niente altro che questo
qui e ora.

 
~ Mariangela Gualtieri ~



"Ma puó anche capitare che uno scriva delle cose, appunto, pasticciate e inutili (e questo accade sovente) e non se ne accorga, o non se ne voglia accorgere, il che è ben possibile, perchè la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi scrivere sopra qualunque enormitá, e non protesta mai."

~ Primo Levi ~

16 commenti:

  1. Poesie che sanno di sapore antico ... ora la carta è stata soppiantata da uno schermo luminoso e la matita da una serie di lettere che formano la tastiera.
    La composizione è un ticchettare continuo, come fu per la macchina da scrivere, ma manca un elemento principale: la carta.
    Io, nonostante lavori al pc, ho sempre dei fogli su dove scarabocchiare numeri, nomi, cose, file o dei semplici ghirigori mentre mi concentro su un problema

    Un sorriso

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    1. Io ancora lo faccio a mano, il piacere, la sensazione tattile che mi regala tenere una matita, penna in mano, per scrivere... tratteggiare la silhouette delle vocali e consonanti, o anche più semplicemente solo per scarabocchiare, è insostituibile... preziosa, dove prima c'era il foglio bianco, immacolato, prendono vita come per magia, pensieri, parole, immagini, il foglio si anima, viene abitato...

      un sorriso anche a te

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  2. Scrivere mi piace è veramente troppo poco.

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    1. direi di sì, che dire semplicemente mi piace, è "forse" riduttivo

      ... personalmente come ho scritto, è una sensazione preziosa, non potrei rinunciare mai a scrivere a mano, è una cosa che mi rilassa, mi fa star bene, sentire il fruscio... la resistenza a volte della carta, veder lo scorrere della matita, come un amanuense [meraviglioso mestiere che era] è volentieri che mi compiaccio, intrattengo a tratteggiare le linee rette, i contorni, i ricci, le curve dei "caratteri"... giacchè ogni vocale, consonante, ha una sua peculiarità, così come mi piace indugiare sugli accenti, le pause, le virgole, i punti, i doppi punti, i punti interrogativi ed esclamativi, per infondere alle parole maggior calore e colore.

      che scrivere, poi, è altresì...

      "Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." "Ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio come da sola, e io a correrle dietro. È verso la verità che corriamo, la penna e io, la verità che aspetto sempre che mi venga incontro, dal fondo d’una pagina bianca." (Italo Calvino)

      grazie per la visita

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  3. E poi sono sparite le cancellature, le sbavature d'inchiostro, le imprecisioni da mano malferma, la calligrafia ... l'umanità della scrittura passa anche da queste particolarità del "non voluto" - spesso addirittura inconscio-.
    Scrivere è voler lasciare un segno, fare di una situazione (reale o quasi) e delle sensazioni annesse storia.
    Buona giornata, Elena :-).

    Davide

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    1. Davide ^ __ ^
      è solo perché non hai mai visto il mio quadernino, i miei fogli a volte sono puliti, le parole escono subito chiare e ordinate, altre, la maggior parte, ci sono talmente tanti asterischi, cancellature, freccette, scarabocchi, che pur avendole scritte io, dargli un senso diventa poi un vero rebus :)

      ma, sì... è vero, "l'umanità della scrittura" bello... veicola, trasmette anche attraverso il non voluto... "just feel", e scrivere come ben dici, è un po' come consegnare piccoli parti di noi agli altri, lasciare un segno (reale o quasi), attraverso la scrittura, la lettura, arriviamo a meglio capire, altresì a trovare in noi spesso risorse che ignoravamo,

      Erri De Luca della scrittura, dice:

      "l’idea della scrittura non è quella dell’edificio che si eleva piano per piano, ma di un sentiero che si approfondisce passaggio per passaggio, fino a levare di mezzo tutte le asperità, a essere transitabile tranquillamente. Ci sono degli scrittori che dicono che i libri sono i loro figli, per me non è così, proprio per niente. I libri per me sono delle storie con cui sono cresciuto, che mi sono portato appresso, aggiungendo le esperienze, che intanto mi capitavano. Sono cose, quindi, che procedono con la mia vita, coincidendo con essa."

      buona serata Davide :)

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  4. Questa è l'altra faccia del mio essere blogger: te la indico perchè tu possa capire meglio quali TERRITORI ho attraversato.

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    1. grazie per il link :)
      di tanto in tanto allora, passo/passerò a sbirciare, e magari cerco anche di essere più sintetica, nel caso dovessi lasciare traccia del mio passaggio

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  5. ...l'attesa...lo spazio bianco che prenderà forma e colore...senza fretta...in un lento incedere...

    ti abbraccio :)

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    1. sì, "Festina Lente"

      affrettiamoci lentamente, nessuna fretta, poi lo spazio bianco, pian pianino prende forma, colore, respira... trova il giusto ritmo, e si mette così a raccontare... spontaneamente, :)

      un abbraccio anche a te **

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  6. ce l'ho ancora il callo della scrivana, anche se ora digito molto
    adoro Mariangela Gualtieri

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    1. anche io digito molto per lavoro... ma continuo ad aevre il callo della scrittrice :)
      tra digitare e scrivere, non c'è paragone, scrivere, è un gesto intimo, un dialogo con il foglio, si crea maggiore complicità, empatia, nel mentre andiamo a farlo

      Mariangela Gualtieri l'adoro anche io, questa... è altresì una delle mie preferite

      Io guardo spesso il cielo

      Io guardo spesso il cielo. Lo guardo di mattino nelle
      ore di luce e tutto il cielo s'attacca agli occhi e viene a
      bere, e io a lui mi attacco, come un vegetale
      che si mangia la luce.

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  7. Bella anche la mano, mi ricorda le mani bellissime di Georgia O'Keeffe fotografate da Stieglitz.

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    1. conosco le fotografie di Stieglitz, sono tutte molto emozionanti, nonla foto delle mani che mi citi, sulla quale vado però a documentarmi...

      grazie :)))

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