Sono numerose
le parole alle quali vorrei dare voce
ma ultimamente non riesco a gestirle, lasciarle fluire via libere
ma ultimamente non riesco a gestirle, lasciarle fluire via libere
mutano continuamente, disordinata~mente, creano scompiglio e disorientano... a volte, pesano, si mimetizzano fulminee nella mente prima che riesca ad acciuffarle.
Come tento di accompagnarle prudentemente verso l'uscita, loro scappano di qua e di là come bimbe indisciplinate, giocano a nascondino, strafottenti intonano in coro "tanto non ci trovi", sono veloci... riescono sempre a fare tana, prima che le scovi.
Per ora
le Parole tacciono
si fanno impenetrabili.
per la cronaca: stamattina presto pensavo a te, nel frattempo sono sopraggiunti altri pensieri, in forma di poesia, legato ad altre frasi che venivano fuori spontanemanete e alla fine si è formato il titolo: la poesia è.
RispondiEliminapoi, il pensiero di nuovo tu e le due cose, la poesia da una parte e un abbozzo di racconto dall'altro, in cui protagonista eri tu, mi dondolavano, piacevolmente, come un altalena. non mi dava fastidio stare tra le frasi della poesia e il racconto, anche perchè mi lasciavo andare insieme a loro. insomma, non ponevo nessuna resistenza. le parole non devono essere solo quelle che io, tu o gli altri decidiamo che debbano "uscire" e farsi voce o scrittura.
poi, ho letto poco fa il tuo post intitolato Liturgia. Liturgia?, insomma un termine religioso o no? e, oltre il titolo, la mia attenzione è stata catturata da quanto segue:
- Come tento di accompagnarle prudentemente verso l'uscita, loro scappano di qua e di là come bimbe indisciplinate,
giocano a nascondino ... -
beh. potresti adottare, quando scrivi il "metodo" della scrittura zen. pertanto, dopo una parola o una frase o anche l'immagine di una cartolina o di una foto, inizia a scrivere, massimo una mezza ora, senza fermarti, specie quando "il diavoletto" o "il censore" dentro ognuno di noi ti fa deviare o metterti il bastone tra le ruote. insooma vai avanti, dopo rileggi ad alta voce e vedrai le incogruenze tra una cosa e l'altra oopure, se hai deviato dal punto prefissato.
perché cerchi di accompangarle, le parole? e per di più prudentemente? perchè prudentemente? sono forse scandalose e pericolose o forse inconcludenti le parole bambine? e le parole adulte? e le parole giovani? paragoni, appunto, le parole a bimbe indisciplinate, mentre vedere tali bimbe dovrebbe essere cosa divertente e oserei dire cosa buona. forse con le parole dovresti prendere più confidenza e in maniera giocosa, alla Rodari insomma. e, infine, giocano a nascondino. lasciale giocare e, tu gioca insime a loro: fatti accompagnare da loro. e se fossi tu l'idisciplinata o quella che vuole irregimentarle nei tuoi schemi?
comunque, penso che quando si scrive, non bisogna fare della psicanalisi, bisogna scrivere e basta.
le parole vogliono parlare anche secondo il loro punto di vista, percio molla.
PS.
spero di completare il racconto.
Transit Scarpantibus
mi correggo, letargia e non liturgia, ho letto male, anche se tra i due termini c'è assonanaza.
RispondiEliminaTransit
ciao
se mi penso voglio tacere
RispondiEliminala parola muta le corde vocali/
se mi penso voglio morire
il passo immoto si fa ansia di vita/
se mi penso ho la pelle calda
il passato è solo il vonvesso presente/
se mi penso vola la parola afona
il futuro m'inonda di antiche radici/
se mi penso ho spazio nel gioco dei ricordi
scavando due volte vedo i miei film
in cui sono stata attrice e regista e,
spettatrice, inquietudine l'affanno di luce;
e,
le funi dei mari a tirarmi in montagne di rossori
di gelo la neve il tocco che scioglie
il sangue mai domo.
Transit Scarpantibus
PS. Quanto sopra è di qualche giorno fa.
15:32, 25 gennaio 2010
EliminaUtilizzo la parola "Letargia", semplicemente perché le parole è come se fossero andate in letargo in questo momento, sì insomma giacciono come addormentate, forse perché stanche, provate da un periodo di forti tensioni, come quello che mi trovo ad attraversare. L'ispirazione c'è, è solo che solo non riesco a tradurla in parole, è questo che intendo.
Il fatto di accompagnarle prudentemente verso l'uscita, non significa che voglio controllarle, o ritengo che non sia bello lasciarle correre come deve essere, è semplicemente una metafora
e sta a significare che cerco solo di incoraggiarle a non chiudersi, nascondersi, ma a fluire via libere, ed allora le accompagno, le tengo per mano, per dargli coraggio e corpo.
Le parole sono belle proprio perché spontanee e un po' indisciplinate, ti assicuro che non faccio mai un'analisi psicologica di ciò che scrivo, quella la lascio fare a chi legge, e giustamente interpreta poi soggettivamente, sulla base di quel che ognuno percepisce, e in modo differente, quello che si va ad esprimere
anzi è proprio perchè utilizzo la scrittura come una valvola di sfogo, che non mi soffermo più di tanto a pensare ed analizzare quello che dico, cerco semplicemente di elaborarlo, metabolizzarlo, poi chiaramente in chi legge può destare perplessità, essere frainteso o addirittura può arrivare qualcosa di totalmente diverso da quello che ci si era prefissi, ed è proprio da qui, che poi nasce il confronto, che ci si arricchisce
ti assicuro che scrivere di getto e in modo spontaneo, è quello che mi prefiggo di fare sempre, lascio che siano le parole a guidarmi e non viceversa, a volte basta che legga una parola, veda una persona, un fiore, il cielo... o qualunque altra cosa, perché mi ispiri, e la butto giù, direttamente sul blog, oppure se sono in giro su un quadernino che tengo sempre con me, poi a volte aggiusto ciò che ho scritto, altre invece lo lascio così, come è scaturito
Ho scritto quello che ho scritto, solo per uno sfogo e nel tentativo di esorcizzare questo momento di letargia, non è la prima volta che mi trovo a cercare di spiegarti, in passato ti ho anche ringraziato per i tuoi consigli e commenti, perché in parte mi hanno aiutata come quelli degli altri, a superare talune mie difficoltà iniziali, a sentirmi più sicura, provare meno imbarazzo nell'esprimere i miei pensieri, e pensavo di aver ormai superato questa fase, che avessi capito, e di dover evitare di dovermi spiegare, e in un certo senso giustificare per quello che sento e come lo sento, perché è difficile farlo e disorienta un po', non è facile spiegare a chi ti legge, quello che è il proprio sentire e perché lo scriviamo così.
vedi, quando io leggo qualcosa ad esempio, un post, un libro, mi piace soffermarmi su ogni singola parola, ma solo per lasciarmi sedurre dalle emozioni e sensazioni che mi trasmettono le parole, belle o brutte che siano, mi soffermo solo su ciò che mi trasmettono, non le analizzo una ad una, cercandone significati reconditi o risvolti psicologici, il mio era solo uno sfogo, non un'analisi introspettiva.
un caro saluto
e grazie per le tue riflessioni, ci rifletterò
~ sim.64
RispondiEliminanon ne sono così sicura sai.. di essermi spiegata bene, logicamente per chi scrive tutto è più chiaro circa ciò vorresti esprimere, ma per chi legge e si trova a dover interpretare mi rendo conto che è difficile, e che spesso una semplice parola al posto di un'altra può fuorviare.
e come ho detto a Transit non è che io le controlli.. "leggi sopra".. cerco solo di farle affiorare..
Sai se riesco a scrivere di abbracci, baci, pubblicare foto sensuali è proprio perchè mi lascio andare e lascio fluire quello che sento ..
e proprio perchè protetta dall'anonimato .. nella vita reale non sono così, bensì molto timida, riservata, un riccio appena schiuso e anche una grande insicura
qui invece riesco a scrivere e dire quello che non mi riesce nella vita reale e quindi sono libera da tanti freni inibitori e paletti, che invece mi condizionano, purtroppo, nella vita reale ^ __ ^
un abbraccio
~ francesca05
RispondiEliminalo spero al momento avverto solo il deserto e una sensazione di vuoto improvviso che non so spiegare, forse devono solo passare questi giorni un po' difficili per me..
un abbraccio
E' vero, a volte le parole tacciono...
RispondiEliminanon sanno o non possono dar forma ad un pensiero
di nebbia
che nasce da un ricordo lontano....
tanto è pesante.
16:43, 25 gennaio 2010
Eliminami piace molto il tuo commento, soprattuto quel
E' vero, a volte le parole tacciono...non sanno o non possono dar forma ad un pensiero di nebbia
perché in un certo senso è questo che succede, le parole diventano impalpabili e sfuggenti come la nebbia, il pensiero che vorresti esprimere, è lì, sulla punta della lingua ma tu non riesci proprio a formularlo, le parole che vorresti dire si visualizzano ma tu non riesci a proiettarle all'esterno, è come annaspare in un mare di parole, tra le nebbia, e so che è normale che accada, che i raggi del sole poi fendono la nebbia e le parole tornano a scorrere... però lì per lì, rimango frastornata, avverto come una sensazione d'impotenza.
un abbraccio
...
RispondiEliminapoco male che le parole...a volte stentino a venir fuori, che latitino.
meglio così...
rischierebbero di essere...quelle sbagliate.
o troppo giuste...
meglio tacere...godersi il silenzio, come cantacano i depeche...
tacere e finalmente...ascoltare.
lo facciamo così troppo poco!
sì, le parole a volte...e meglio che non servano.
prendi uno grande ma veramente grande...
lo sai cosa diceva louis armstrong?
...se devi chiedere cos'è il jazz non lo saprai mai...
ecco, appunto.
abbracci muti.
volovivace
18:34, 25 gennaio 2010
Eliminauhm... mi piace questa tua interpretazione, rischierebbero di essere quelle sbagliate o troppo giuste, e sai, hai ragione, tutto sommato godersi il "silenzio mentale" è bello, è un po' come essere cullati delle onde e lievitare leggeri.
citi un artista che amo moltissimo
perchè chiedersi..??
un abbraccio a te e a chi sai ^ __ ^
Mi piace l'immagine che hai scelto
RispondiEliminaSembra quasi vuoi donare qualcosa di te
che ancora si nasconde sotto un macigno di pietra...
Non so
una sensazione avuta...
Ti stringo forte*
18:42, 25 gennaio 2010
Eliminal'immagine piace tantissimo anche a me, ne stavo cercando una dove ci fosse non so della nebbia, un velo... ed invece è spuntata fuori questa, e mi son detta è Lei, quella giusta "a mio avviso" per il post.
La trovo enigmatica e misteriosa, gli occhi chiusi li interpreto come un voler sia nascondere se stessi agli occhi degli altri, ma allo stesso nascondere anche qualcosa a se stessi, e il fatto di porgere doni, l'intento di aprirsi alla vita, quindi in un certo senso quello che dici anche Tu
Effettivamente ci sono cose di me che vorrei tanto esprimere, se solo non ci fosse questa timidezza, emotività a frenarmi, difficoltà a volte a riuscire ad esprimerle, tradurle in parole, sapessi le possibilità che mi sono preclusa spesso a causa del mio modo di essere, ma ora mi sono armata di leve e puntelli, e piano piano questi macigni li solleveremo, o almeno spero :)
un abbraccio forte
E' vero Alba, rileggendo con più attenzione il tuo post non c'è quello che ho inteso io, d'accordo con Transit: avendo letto post e commenti insieme, nel commento di Transit mi ci sono ritrovata io, e quindi ho creduto fosse quello il non detto del tuo post... ma in effetti è molto più sereno, anzi rispettoso delle parole che non si vogliono mettere in ordine :-)) mentre il problema di voler ogni volta censurare le mie parole e di combattere contro questo, ecco è il mio di problema. E il blog è un mezzo per superare questo mio limite e riuscire ad esprimermi con autenticità, coi miei limiti che spesso non so accettare.
RispondiEliminaUn grosso bacio.
18:53, 25 gennaio 2010
Eliminacome ho già detto prima, non so se realmente si capisca??
Se lo vedo dalla mia ottica, avendolo scritto mi è chiaro, se però provo ad immedisimarmi in chi legge, non ne sono molto sicura sai.. ^ _ ^
Uno de motivi per cui ho aperto il blog, è cercare di esprimere senza remore quello che a volte per pudore, timidezza od altro non dico nella vita reale. Devo dire che in nove mesi che sono qui, grazie soprattutto a voi tutti, qualche passo avanti l'ho fatto, ed inizio anche se in piccola parte, ad avere dei riscontri positivi nella vita reale.
Stare qui, leggere, scherzare, tirare fuori tutto quello che mi passa per la mente protetta dall'anonimato, mi ha in un certo senso costretta altresì ad intraprendere un importante percorso introspettivo e liberarmi di qualche fardello, facendomi sentire più leggera.
... e mia cara Amica tu con autenticità e genuinità, già ti ci esprimi, sfido chiunque a dire il contrario leggendo i tuoi post.
un abbraccio forte e un bacetto alla piccola
Le parole sono monelle.
RispondiEliminaQuando le cerchi, quando avresti disperatamente bisogno di loro perché DEVI, ASSOLUTAMENTE DEVI dire qualcosa... ecco che si dileguano in un batter d'occhi (Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa, come dice Ligabue...) eppure eri sicura di sapere cosa dire.....
Poi ci sono volte in cui sarebbe meglio tacere, MOLTO MEGLIO.... ed ecco che le malendrine scappano fuori, incontenibili, un fiume in piena, inarrestabili.......... e non appena hai finito di pronunciarle ti rendi conto che non avresti mai dovuto, mai VOLUTO dire quello che hai detto.
Sembrano animate da pensieri propri, vivere una vita indipendente.
Non siamo noi a comandare loro.
Sono loro che ci usano per mettersi in mostra quando ne hanno voglia.
Un caro abbraccio e buona serata, cara Alba.
22:36, 25 gennaio 2010
EliminaSai che mi sa tanto che hai proprio ragione... :))
sono monelle, dispettose, irriverenti... e cacchio una volta che ti son scappate fuori poi, per recuperarle... :))
sono proprio incostanti e macchiavelliche le Parole, a volte sono mute altre ciarliere, e poi timide o fanatiche, monelle o prime della classe, ci sono quelle che fanno ridere, piangere... insomma ce n'è per tutti i gusti, ed il bello èproprio questo
un bacio
cara alba,
RispondiEliminaio invece stavo sempre all'ultima fila alle scuole alimentari e anche quando frequentavo l'oratorio quando c'era messa.dietro ci schiattavamo dalle risate, che spesso il Signore ci guardava storto e ci mandava pure a quel paese.
comunque, nell'intervento precedente, il mio voleva essere un commento di carattere generale sulla difficoltà di fare uscire fuori quello che abbiamo dentro. a livello di scrittura sarebbe il famoso blocco dello scrittore. insomma, è un pò, per fare un parallelo, tra chi scrive da tanto e chi a quarat'anni sta ancora ad arrossire. ecco, è su ciò che vertevano le mie parole. infine, penso: bisogna scrivere, riscrive e scrivere. il blocco e il rossore andrnno via. a meno che non si ha nulla da dire e quindi la riflessione e il silenzio sono balsamoi e toccasana per l'anima e la pelle.
Transit,
scappo che devo andare a lavoro.
ciao
22:42, 25 gennaio 2010
Eliminatutto scorre non a caso il mio blog si intitola "Panta Rei", e il blocco prima o poi andrà via, il rossore...? speriamo :)
La mia risposta al tuo commento, era solo per cercare di farti capire che non intendevo dire che controllo le parole, ma come ti ho già spiegato che tento di farle affiorare per poi lasciarle fluire via libere, e mi sa tanto che da piccolo dovevi essere un vero monello.
buon lavoro allora
Sarà il periodo, non ti preoccupare ! Capita pure a Ligabue... www.youtube.com/watch
RispondiEliminaUn grande abbraccio
22:45, 25 gennaio 2010
Eliminabeh... se capita a Ligabue ^ _ ^ io sono più che giustificata, allora :))
un abbraccio
Le parole non hanno confini, sanno ripiegare in loro stesse per poi compiere un balzo verso le stelle. Le parole scappano e restano, colpiscono e si difendono. Le parole sono sottili fili e talvolta si tessono da sole, altre devi pazientemente idearne la trama.
RispondiEliminaUn sorriso per l'inizio della nuova settimana.
^___________^
07:17, 26 gennaio 2010
EliminaMi piace molto questa tua descrizione,
le parole che colpiscono e si difendono...
è bello immaginare le parole come un prezioso filo che man mano tessi, riluce e dà vita ad un tessuto, bello davvero
un ^ __ ^
Mutevoli pensieri che si affollano.. velocissimi.. tanto veloci da non poter dar loro voce...
RispondiEliminaPerò li scrivi benissimo!!! Le sento quello vocine....
17:49, 26 gennaio 2010
Eliminapss... pss... shhhhhhhhhh... senza fartene accorgere :)
visto che da me non si fanno sentire, non è che potresti farmi una spiata e dirmi cosa vogliono ^ - ^
un abbracci
vuoi comprare una vocale? :-)))
RispondiElimina17:51, 26 gennaio 2010
Elimina^ ____ ^
le prendo tutte e cinque, a quanto me le metti??
un abbraccio
capito ti ho.
RispondiEliminagrazie mia bell'alba.
17:52, 26 gennaio 2010
Elimina:) meno male, almeno tu ^ - ^
un abbraccio
ah, le parole...vivono di vita propria...
RispondiElimina17:54, 26 gennaio 2010
Eliminaconcordo per l'indipendenza delle parole, devono essere libere anche di tacere..:)
un caro saluto
Mi è venuta in mente la tensione artistica
RispondiEliminache governava il buon Michelangelo
cui la tradizione attribuisce la famosa domanda "Perché non parli?" seguita da un’irosa e quanto inutile martellata sul marmoreo ginocchione del suo Mosè.
La Pascaliana sproporzione tra l'infinito di cui è capace il nostro cuore
e i limiti evidenti della nostra carnalità e del nostro limite che non ci permette di poter esprimerlo interamente.
17:58, 26 gennaio 2010
EliminaBello e singolare questo parallelo che fai...
come quello tra cuore e carnalità, forse sintomo di quella dualità, spesso giudicata pericolosa, che dovrebbe allearsi anziché combattersi, consentendoci così di esprimere al meglio noi stessi/e.
Il tuo commento offre lo spunto per diverse interessanti, riflessioni.
come ti capisco bene.
RispondiEliminadavvero...
solo che io non avrei
saputo rendere
così bene l'idea.
post supercarinissimo :-)
18:01, 26 gennaio 2010
Elimina...sai prima di pubblicarlo ci ho pensato un po', mi sembrava futile e che non si potesse capire, ma poi mi son detta... al massimo qualcuno chiederàspiegazioni o si farà qualche risata, e ben vengano entrambe :))
un caro saluto
da vedere!
RispondiEliminale a valgono de più
però prima devi girà la ruota!!!! :-P
buongiorno
18:05, 26 gennaio 2010
Elimina^ -- ^ pant.. pant.. 'naggia er colpo della strega m'e' venuto a girà sta ruota
Letargia è da sempre una parola che mi piace, una di quelle parole che ti ammaliano, e così sei spinto ad usarle...
RispondiEliminaSai, trovare il modo di descrivere la propria letargia è anche una via per liberarsi da essa, non trovi?
Buona giornata
Carmine.
18:07, 26 gennaio 2010
Eliminaè vero, è una bella parola, piacevole sia da pronunciare che da ascoltare, e credo di sì, parlarne serve ad esorcizzarla...
un abbraccio
Mi piace l' immagine da Te usata dell' accompagnare prudentemente le parole e di come queste giochino a nascondino. A volte succede anche a me e penso sia il male minore rispetto a cio' cui mi capita di incorrere piu' spesso: non tenere a freno le parole e commettere spropositi o risultare indelicato...
RispondiEliminaP.S. Ti ringrazio e davvero mi ha fatto piacere l' ultimo Tuo commento che mi hai lasciato!
18:14, 26 gennaio 2010
Eliminaaccompagnarle in questo momento, serve a dare loro coraggio e sostanza, perché sono un po' stanche
grazie anche a te :)
lasciamo che la voce del silenzio parli per noi...
RispondiEliminasaluti cari...
linn
18:15, 26 gennaio 2010
Eliminasai quando l'ho postato ero un po' disorientata, ora invece, devo dire che mi sto godendo questo momento di quiete ^ _ ^ mi piace e ritempra la voce del silenzio
un abbraccio
'mmazza Alba
RispondiEliminac'hai sta forza???
vabbè dai
te lascio la
acca
mutaaa!:-P
07:38, 27 gennaio 2010
Elimina:DD
devo dire che ho una discreta forza fisica, una tempra solida che è alimentata più che altro dalla mia forza interiore, anche se a volte da quello che scrivo potrebbe sembrare il contrario.
sono fragile e sensibile ma allo stesso tempo dotata di costanza e determinazione, sì, insomma, sono una miscela un po' stramba :))
un abbraccio
Arrivo buon ultimo, però ho letto tutti i commenti ed il dibattito mi sembra interessante, sentito.
RispondiEliminaSe l'uomo è diventato quello che è evidentemente, oltre che al pollice opponibile lo deve all'uso della parola. Prima parlata, poi scritta.
Del resto per i credenti la Parola è tutto, l'inizio e la fine di tutto.
"In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum"
così il Vangelo giovanneo.
La parola è comunicazione ed anche magia. E' salvezza ma anche dannazione, a volte.
A volte poi è difficile, pur conoscendole tutte, mettere in fila una dietro l'altra le parole nella sequenza giusta. A seconda di come le mettiamo può cambiare il nostro destino.
Una famosa Sibilla dell'antichità scriveva i suoi vaticini sulle foglie. Una parola per ogni foglia, poi le abbandonava al vento e colui che aveva chiesto il vaticinio le raccoglieva e doveva da solo metterle in ordine cercando di dar loro un senso compiuto.
Un tizio che era indeciso se andare in guerra e per questo si era recato dalla Sibilla raccolse 6 foglie e le lesse così:
ibis redibis non peribis in bello
Allora partì sicuro di cavarsela, di poter tornare.
Però alla prima scaramuccia si prese nel petto la prima freccia che volò e morì.
I parenti, risentiti, andarono a presentare le loro rimostranze alla Sibilla portandosi dietro le famose foglie del vaticinio. Come mai si era sbagliata?
Quella le guardò, le prese e senza parlare le dispose su una pietra, in quest'ordine.
ibis non redibis peribis in bello.
Come dire: mai fermarsi alla prima lettura.
Buona serata:)
Quando le aprole tacciono, è perchè i pensieri fanno rumore, rullano nella testa e nel cuore alla ricerca di una dimensione, di un posto, di un equilibrio e di un prdine che le parole possano decodificare e raccontare.
RispondiEliminaIl silenzio delle parole è spesso la quiete prima della tempesta, quel momento un pò astratto e rarefatto, irreale ed inquietante prima che tutto trovi un nuovo senso.
Lascia che tacciano - torneranno a parlare e parleranno parole nuove :)
RispondiElimina...
giusepe regna!
divagazione sul tema...
...ma s'affollano nella mente e, ne sono certo, quanto prima si materializzeranno nella composizione perfetta.
RispondiEliminaun abbraccio
~ iolosoxchecero
RispondiElimina'naggia me lo son perso ma al prossimo se mi avverti in tempo vengo a far baldoria anch'io ^ __ ^
.. passo dopo per un'aperitivo
un bacio
~ caiovibullio
RispondiEliminaLa parola sia scritta che parlata possiede un immenso potere.
Può essere dolce come una carezza o tagliente come una lama, con le parole si può esprimere tutto o niente.. ed è vero a secondo di come le usiamo e del tono che conferiamo loro possono modificare se non stravolgere completamente il significato di quello che diciamo.
Che bella la leggenda della Sibilla, ne hai sempre una adatta ed appropriata per ogni occasione ed io adoro i miti e le leggende, è vero non bisogna mai fermarsi alla prima lettura od impressione.. e le parole possono essere combinate in mille modi diversi
un abbraccio
GGG e narratore dell'antichità ^ __ ^
~ Chantilly
RispondiEliminaRiesci sempre a dare un'interpretazione intensa e molto poetica a ciò che leggi,
... è vero i i pensieri che rullano.. e le parole si sforzano di decodificarli
.. è proprio così, a volte le parole si fanno misteriose e sibilline
e perché si svelino dobbiamo solo avere pazienza ed aspettare che abbiano vogliano di confidarsi con noi e svelarci i loro segreti..
un abbraccio ^ __ ^
~ volovivace
RispondiEliminadevo dire che è molto bella come divagazione, grazie per l'omaggio musicale
un abbraccio
~ confessiogoliae
RispondiEliminadiciamo che al momento alternano momenti di super affollamento e a volte sono talmente tante che non riesco a disrtinguerle.. ..seguiti poi, da intervalli in cui tutto tace.
ed io semplicemente aspetto..
un caro saluto
~ ilritornodelre
RispondiEliminaa me invece ogni tanto capita di sapere cosa voglio dire ma di non riuscire a farlo, e questo mi disorienta un po'
ma va bene così.. ci sono momenti in cui è necessario parlare ed altri in cui sono i silenzi a parlare per noi.
un abbraccio
~ SinuoSaStrega
RispondiEliminaquanto dici è vero normalmente riesco a scrivere ed esprimermi meglio quando sono giù.. oppure al culmine della felicità.. evidentemente è proprio da questi stati d'animo estremi che riusciamo a tirare fuori ciò che abbiamo dentro
un abbraccio