mercoledì 17 febbraio 2010

Il Paese delle ultime cose


Fino 25 anni fa, il paese dei miei nonni, vicino a Roma, dove ho passato tutte le estati da giugno a settembre per i primi vent'anni, era un piccolo mondo antico dove il tempo sembrava essersi fermato.

Nella grande casa in pietra su due piani, al pianterreno, c'erano cinque grandi stanze, di quelle che si susseguono le une alle altre, ed in fondo un'altra piccolissima, con una minuta finestrella, il bagno, nel quale tutto l'arredamento si riassumeva in un unico elemento, il "water". Per le pulizie quotidiane si utilizzava una bacinella a forma di otto poggiata su un cavalletto, mentre per il bagno l'acqua veniva messa a scaldare in un enorme pentolone sopra il fuoco del caminetto d'inverno, e sui fornelli l'estate, poi versata in un'enorme catino. Al piano superiore si trovavano altre due camere da letto, una delle quali con un balconcino affacciato su una splendida piazzetta, la mia camera preferita. I pavimenti erano null'altro che delle grandi pietre grigie, per pulirli era sufficiente gettare un po' di acqua con il secchio e poi spazzare.

L'acqua corrente non era potabile e veniva attinta alla fontana con un'anfora di rame, sì... di quelle che somigliano tanto ad una donna un po' corrucciata, con le braccia piegate ad arco e le mani poggiate sui fianchi, quando avevo sete, dovevo solo immergere il mestolo, anch'esso di rame che era sempre lì.

Tutte le sere andavo con un mastellino di latta a prendere il latte per la colazione direttamente dal pastore, per farlo dovevo passare sulla piazza della chiesa che al chiarore dei lampioni e della luna, aveva un che di magico con il suo splendido bianco campanile quattocentesco orlato da bellissimi archi, che sembra sia stato costruito su un progetto del Bramante.

Prima di andare a letto cominciava poi la "grande caccia" e cioè un'attenta ispezione della stanza, sotto il letto, sui muri... alla ricerca di eventuali scorpioni e millepiedi, abituali, ma indesiderati frequentatori della casa.

giovedì 11 febbraio 2010

Drappi...


A volte

la felicità

è solo lievemente celata

sta a noi saperla intuire e discernere



... "perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West,
ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici,
una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo
perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa
di una pace che non potrà mai raggiungere.


"E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli
che si affannavano, e voleva essere dei loro
"

~ John Fante nel Prologo a "Chiedi alla polvere" ~