mercoledì 23 ottobre 2013

[fermata d'autobus]


"Ci sono occhi, che quando li guardi, chiedono solo di essere ascoltati."

I rispettivi sguardi, per una piccola frazione di tempo, erano incespicati l'uno nell'altro, poi, il groviglio di occhi saliti alla fermata successiva, li avevano districati, di{visi}. Erano occhi azzurro cielo [con appena un po' di tempesta dentro, però] e dato che nulla accade mai per caso, si incrociarono nuovamente scendendo alla stessa fermata.

Fulvia li aveva già letti sull'autobus quegli occhi [e sapeva... aveva intuito], è per questo, che avendo l'animo un po' stropicciato pure Lei, mentre sentiva quegli occhi azzurro cielo scivolarle addosso e cingerla [delicatamente, però] - chiedevano permesso - fingeva di continuare a leggere, distrattamente, il libro che teneva tra le mani. Ma non si può sfuggire più di tanto alla propria sorte, fato, dono, definirlo non saprei, e quello di Fulvia è di ascoltare, raccogliere e custodire storie, spesso erranti, sconosciute, e anche se a volte la immalinconiscono un po', perchè si immedesima, le fa un po' sue, ha deciso {sa} che è un dono, meraviglioso, e che le piace, fruirne, custodirlo, perchè parafrasando...

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai [ascoltare]
[ascoltare] ti tocca
per tutta la vita
ma a te piace [ascoltare, sentir raccontare]

... perché ogni storia, è unica, preziosa, speciale, ha sempre qualcosa da regalarLe.

Così, decise di alzare lo sguardo, e sorridendo, lo puntò diritto in quegli occhi azzurro cielo - contornati da una parrucca castana fermata di lato da un'elegante molletta - che riconoscenti sorrisero, quasi contemporaneamente, la bocca - non senza prima aver sorriso anch'essa - si dischiuse per dire: sa vengo ora dall'ospedale [...] Ma in quella voce che narrava della malattia, la stanchezza, le peripezie, il desiderio di essere presto a casa, non c'era tristezza, nè ricerca di compassione, era una voce dolce, armoniosa, carezzevole, chiedeva solo di poter raccontare, null'altro...

Nel frattempo, l'autobus di Fulvia stava arrivando, nell'avvicinarsi alla banchina per salire, salutò allora quegli occhi azzurro cielo, sfiorandole appena il braccio e augurandole ogni bene. Erano occhi azzurro cielo [con appena un po' di tempesta dentro, però] ma un meraviglioso, sereno, arcipelago tutt'intorno.

"Ci sono occhi, che quando li guardi, chiedono solo di essere ascoltati."

... sembrano altresì sapere, ti ascoltano, stirano via 
le plissettature dall'anima un po' stropicciata, insegnano...



photo by ~ Rodolfo Canzano ~


"Perché ci sono nell'occhio, occhi che l'occhio ignora, 
abbiamo bisogno di questa poesia dello sguardo. Come della luce 
che passa al di sotto di una porta apparentemente chiusa"

~ Roberto Matta ~

giovedì 17 ottobre 2013

[in punta di dita]


La matita s{correndo} sul foglio
adorna il verso nudo, primitivo,
e il foglio, mansueto, si lascia agghindare

le dita, incedono sbadate, stordite, per lo più scarabocchiano, tracciano ghirigori sulla carta. Le parole, ferme, tra la seconda e la prima falange, conferiscono, confabulano, tergiversano... poi, si fanno criptiche, rimangono lì, reticenti, è lo spazio bianco, che timido, cortese, custodisce altresì le parole.


photo ~ Emil Otto Hoppé ~


La mano è felice oggi.
Un fare niente la riempie
di pace vegetale. Sono come
in attesa. Sono un animale
che ozia, che riposa nella sua buccia
un frutto appeso al ramo

nella maturazione.

Sono un pugno di ghiaia
del vialetto. Una sterpaglia secca
in una attesa indifferente d’acque.

E così pacificata e illesa
ancora incolume alla vita
deposta ogni pretesa, senza dolore oggi
porto il mio colore rosa
come bandiera
niente altro che uno stare quieti
in attesa. Niente altro che questo
qui e ora.

 
~ Mariangela Gualtieri ~



"Ma puó anche capitare che uno scriva delle cose, appunto, pasticciate e inutili (e questo accade sovente) e non se ne accorga, o non se ne voglia accorgere, il che è ben possibile, perchè la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi scrivere sopra qualunque enormitá, e non protesta mai."

~ Primo Levi ~

venerdì 4 ottobre 2013

[nocciolo]


​Ciò che meglio ci definisce
è forse, il nostro lato sognatore, emotivo
quello che veleggia per pensieri, emozioni, sensazioni
visceralmente legate al nostro lato più "fanciullesco" e puro.


"[... ] e i giochi nella strada
che ho chiusi dentro al petto, 
mi voglio ricordare."
~ Ivan Graziani ~
 
... campana, il tiro alla fune, ruba bandiera, un due tre stella, i quattro cantoni, la cavallina, girogirotondo, le belle statuine, dire fare baciare lettera testamento, guardie e ladri, moscacieca, palla avvelenata, palla prigioniera, l'elastico, lo schiaffo del soldato, lo scaricabarile, la corsa con i sacchi...


 photo by ~ Ralph Morse ~

 

photo by ~ Vitaliano Bassetti  e  Nigel Henderson ~